I social sono ormai una presenza costante nella vita di ognuno di noi. E cambiano, insieme a noi. Abbiamo intervistato la professoressa dell’Università La Sapienza Maria Cristina Antonucci, esperta in sociologia e comunicazione politica, per comprendere quali siano effettivamente i cambiamenti in atto. Non solo. Grande rilevanza è stata data al ruolo dei giovanissimi, di coloro che sono nati quando i social erano già un fenomeno molto diffuso. Come i teenager usano i social oggi? E cosa possono fare genitori e politica per rendere il web un luogo sano e sicuro per loro? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
In che modo i giovanissimi (età 14-19) utilizzano i social?
“Si tratta di una generazione che è venuta al mondo quando i social erano un fenomeno collettivo già consolidato, di conseguenza si è posta poche domande sulle finalità e sulle modalità di utilizzo delle piattaforme. Per questa generazione i social sono un elemento del mondo, alla stessa stregua di altre costruzioni sociali, quindi non riescono a immaginare un universo senza social. L’uso fatto è quotidiano e intensivo, anche se, spesso, rimane celato al mondo degli adulti”.
Abbiamo notato che in generale c’è un uso differente da parte dei teenager di oggi: tendono a pubblicare sempre meno contenuti. Come mai? E poi: è vero che utilizzano secondi profili dove sentirsi più “liberi” di pubblicare?
“La presenza di secondi profili di natura anonima per minori è presente, ma non in maniera così diffusa. Invece ritengo che la condivisione di contenuti passi attraverso la messaggistica diretta delle piattaforme con un numero selezionato di utenti (amici più stretti, alcuni compagni di scuola o di sport). La scelta del narrowcasting (letteralmente “comunicazione per pochi”, ndr) mediante messaggi direct sulle piattaforme consente di esprimersi e raccontare la propria vita autentica solo a utenti selezionati, lasciando invariata la propria rappresentazione pubblica di fronte a tutti gli utenti che seguono l’account”.
In che modo la pandemia ha influito sull’uso che i teenager fanno dei social?
“Le misure prese in Italia (e aggiungo in pochi altri Paesi al mondo) per affrontare la pandemia, hanno avuto conseguenze significative sull’uso massiccio dei social da parte degli adolescenti, che, essendo stati privati in casa per mesi dalla normale sfera relazionale, sono stati portati a ricrearne una alternativa nella dimensione digitale”.
Cosa si sente di consigliare al genitore di un teenager? E che cosa potrebbe fare la politica per proteggere i giovani da cyberbullismo e altre forme di comportamento aggressivo di cui possono rimanere vittime, talvolta senza strumenti per difendersi?
“Occorre fare molta più prevenzione sul tema nelle scuole, insieme alle famiglie, e in tutti i gruppi (sportivi, del tempo libero) in cui i ragazzi entrano. Il cyberbullismo si può nascondere in diversi ambiti della vita di un teenager e riconoscere precocemente il fenomeno può essere la chiave per farlo emergere e per fornire tempestivamente risposte. La maggiore e migliore sensibilizzazione di educatori e genitori sul tema può essere un ulteriore tassello di sviluppo dell’azione politica”.
Il 15% degli adolescenti è vittima di bullismo e cyberbullismo
Quali sono le piattaforme più usate in Italia?
“Secondo i dati di wearesocial, nel 2023 in Italia sono quasi 44 milioni di persone sono attive sui social media, rappresentando una penetrazione di circa il 75% della popolazione. Le principali motivazioni per cui le persone utilizzano i social includono informarsi, rimanere in contatto con le proprie reti di relazioni personali e amicali, divertirsi e cercare ispirazione e contenuti come video. Tra le piattaforme social più utilizzate, WhatsApp registra il maggior numero di utenti, con l’89% di persone tra i 16 e i 64 anni che dichiarano di usarla. L’app di messaggistica è seguita da Facebook (78%) e Instagram (73%). Altre piattaforme social popolari sono Messenger e Telegram, con TikTok utilizzato dal 38% delle persone nella fascia d’età 16-64”.
Negli ultimi anni i social sono molto cambiati…
“Dal punto di vista della natura delle piattaforme, c’è stato un processo di concentrazione non indifferente, con l’acquisizione di Instagram (2012) e WhatsApp (2014) da parte di Meta. Da un punto di vista tecnologico l’avvento di una piattaforma come TikTok, caratterizzata da una differente tipologia di contenuti e da una meccanica di funzionamento innovativa, ha modificato il paradigma di funzionamento real-time delle piattaforme social più diffuse, basate sull’istantaneità”.
Ogni piattaforma ha la sua fascia d’età?
“Si è quasi strutturata per fasce di età la fruizione delle piattaforme: su FB sono assidui i baby boomers, Twitter ha una audience maggiormente attenta a contenuti di politica e informazione legata alle classi centrali di età, Instagram è una rappresentazione figurativa dei Millennials, mentre TikTok è molto praticata dai Gen Z”.
Quali sono i social che “resistono” ad oggi?
“Facebook, Twitter (di cui spesso viene pronosticata la fine, ma che resiste), Instagram e YouTube. Per motivi diversi, sono piattaforme che, al netto della tecnologia sempre aggiornata, continuano ad assolvere a bisogni sociali universali”.
Fonte : Today