Secondo le autorità di Vinh Long, nel sud del Paese, il 33enne leader religioso non si è mostrato “collaborativo”. Egli si era opposto al taglio di un albero centenario all’interno della pagoda e non si era registrato presso la comunità “ufficiale” buddista. A novembre la polizia ha cercato di fare irruzione, tre monaci feriti negli scontri.
Hanoi (AsiaNews) – Un consiglio provinciale dell’unico Sangha buddista [la comunità dei fedeli] riconosciuto dal Vietnam ha decretato nel fine settimana scorso l’espulsione del monaco Thach Chanh Da Ra, di etnia Khmer Krom, accusato dalle autorità di “non essere collaborativo”. Il 33enne leader religioso, fino al momento della cacciata per un nuovo caso che scoperchia le persecuzioni a sfondo confessionale da parte di Hanoi, ricopriva l’incarico di abate della Pagoda Dai Tho nella provincia di Vinh Long, nel sud del Paese.
Secondo quanto riferisce Radio Free Asia (Rfa), che rilancia fonti dei media statali, il 22 novembre una task force del Comitato popolare del distretto di Tam Binh si è recata alla pagoda per “motivi di lavoro”. Tuttavia, il monaco ha respinto la delegazione impedendo l’accesso alla struttura e avrebbe poi filmato la visita con lo scopo di “diffamare le autorità locali e dividere l’unità nazionale”. Il quotidiano statale Giac Ngo Online ha accusato Thach di aver “violato gravemente la legge buddista” e lo statuto del Sangha buddista del Vietnam, svolgendo “propaganda contro lo Stato” e rifiutandosi di obbedire ai regolamenti.
Tuttavia, i buddisti Khmer Krom della regione sostengono che né Thach né la Pagoda Dai Tho hanno violato alcuna legge. Al contrario, la Federazione Khmer Kampuchea Krom ha affermato che la visita della task force di novembre, citata nel rapporto dei media statali, era in realtà un attacco pianificato alla Pagoda Dai Tho da parte di oltre 50 membri della Vietnam Buddhist Sangha. Almeno tre monaci sono rimasti feriti negli scontri. In una nota il gruppo afferma che l’ordine di espulsione del 3 dicembre è un modo attraverso il quale Hanoi punisce il leader religioso “non allineato” per aver difeso la pagoda.
I quasi 1,3 milioni di Khmer Krom vivono in una parte del Vietnam che un tempo era il sud-est della Cambogia e, nel tempo, hanno dovuto affrontare gravi restrizioni alla libertà di espressione, di riunione e di movimento. Inoltre, essi sottolineano che Thach non è mai stato registrato presso la Vbs, perché convinto che l’affiliazione della sua pagoda al sangha controllato dallo Stato avrebbe minacciato la conservazione dell’autonomia culturale e religiosa della minoranza. Per protesta decine di abitanti del villaggio hanno promosso un sit-in presso la pagoda per impedirne la rimozione o, peggio ancora, l’arresto da parte delle autorità vietnamite.
Attivisti locali affermano che il monaco avrebbe disobbedito alle autorità locali solo per cercare di proteggere il patrimonio culturale Khmer Krom. Fra gli esempi ricordano la volta che ha ordinato ai residenti della pagoda di impedire alla polizia di abbattere un albero Koki di 700 anni presente all’interno, dal “significato culturale speciale” per i Khmer Krom. Thach Chanh Da Ra è andato anche contro la volontà delle autorità ospitando nella pagoda attivisti Khmer Krom come Duong Khai. A Rfa il leader buddista ha detto di temere per la sicurezza e per il futuro della minoranza buddista nella provincia di Vinh Long. “Non so come sarà ha concluso – il futuro del buddismo e della nostra cultura indigena Khmer Krom”, lanciando un appello al governo cambogiano e alle ong internazionali pro diritti umani perché intervengano a difesa della minoranza Khmer Krom.
Fonte : Asia