Spotify licenzia 1.500 persone, a rischio il settore dei podcast

Meno lavoratori e meno programmi di podcast originali a disposizione degli utenti. La piattaforma digitale Spotify ha dichiarato che licenzierà il 17% della sua forza lavoro globale. Si tratta della terza serie di tagli nel 2023 per il gigante dei prodotti audio, giustificata con la necessità di ridurre i costi in un contesto economico meno favorevole. “La crescita economica è rallentata drasticamente e il capitale è diventato più costoso”, ha affermato Daniel Ek, amministratore delegato di Spotify, in un post sul blog. “Spotify non fa eccezione a queste realtà”, ha precisato Ek.

Divario

Saranno 1.500 le persone colpite dai licenziamenti, con tagli che riguardano molte sedi dell’azienda, come ha rivelato a Bloomberg una persona a conoscenza della situazione, che ha voluto restare anonima perché non autorizzata a parlare pubblicamente della questione. “È necessario che più persone si concentrino sui risultati per i nostri principali stakeholder: creatori e consumatori”, si è limitato a precisare Ek. Secondo l’amministratore delegato ci saranno altre riduzioni di personale nel 2024 e nel 2025, ma di minore impatto. “Considerando il divario tra il nostro obiettivo finanziario e i nostri attuali costi operativi, ho deciso che un’azione sostanziale per ridimensionare i nostri costi era l’opzione migliore per raggiungere i nostri obiettivi”, ha riferito Ek.

Marcia indietro

Negli ultimi anni Spotify aveva investito nell’espansione del proprio team, approfittando dei bassi tassi di interesse. Le assunzioni erano avvenute nel marketing e nel miglioramento dei propri contenuti. Nel 2021 l’azienda aveva lanciato un nuovo ufficio a Los Angeles, in grado di ospitare fino a 600 dipendenti. Anche questa località dovrebbe essere inclusa tra le sedi colpite dai tagli. La piattaforma audio qualche anno fa ha iniziato ad investire con forza nel podcasting, acquistando aziende tra cui Parcast, Gimlet e Ringer. L’obiettivo era quello di costruire una produzione strutturata per il servizio di streaming in maniera tale da espandersi nella narrazione audio. Nell’ambito di questa strategia Spotify aveva siglato accordi con importanti giornalisti, tra cui la società di produzione degli Obama, Higher Ground, e podcaster famosi come Joe Rogan . Spotify non ha però rinnovato quegli accordi che nel frattempo sono scaduti, incluso quello con Higher Ground.

Podcast italiani

Anche in Italia la piattaforma audio ha investito sulle produzioni in esclusiva. Ricordiamo ad esempio “Bello Mondo”, un podcast dedicato all’emergenza ambientale curato da divulgatori scientifici e climatologi. Nell’ambito della cultura ricordiamo “La libraria tascabile”, incentrato sulla letteratura e curato dalla libraria Cristina Di Canio. C’è poi il podcast storico e documentaristico “Qui si fa l’Italia”, curato da Lorenzo Pregliasco e Lorenzo Baravalle, che raccontano la storia dell’Italia e della politica tricolore. Resta da capire se anche nel nostro Paese ci saranno tagli e quali produzioni riguarderanno.

Una sequela di tagli

Nonostante la crescita ottenuta dalla piattaforma nell’ultimo anno, secondo l’azienda l’ambiente è mutato e c’è bisogno di maggiore “razionalizzazione”. I costi sarebbero aumentati troppo rispetto agli introiti derivanti da abbonamenti e pubblicità. A gennaio Spotify aveva già licenziato il 6% del suo personale , mandando via 600 persone. A questi tagli ne erano seguiti altri nel mese di giugno, quando l’azienda ha ridotto il proprio personale di altre 200 persone. Ad ottobre 2022, sono state 40 persone le persone licenziate nello staff di podcast, cui è corrisposta l’eliminazione di 11 podcast. Ciò nonostante, la società svedese ha assicurato che continuerà a investire nella programmazione originale. “Siamo ancora impegnati a investire e fare scommesse coraggiose, ma ora, con un approccio più mirato, garantiamo la continua redditività e la capacità di innovazione di Spotify”, ha scritto Ek. Dopo l’annuncio, lunedì 4 dicembre, le azioni di Spotify sono aumentate di oltre il 7%, chiudendo a 194,17 dollari per azione.

Fonte : Today