Il Nautaverso, le aree tecniche del Marina, le strutture commerciali nasceranno su un’area urbana, – nota come Porto Lido (di proprietà del demanio portuale, è data in concessione a Trieste Navigando per 40 anni)- che sarà soggetta a un’intensa riqualificazione, e la riconversione rappresenta più in generale, come ricordato in occasione della presentazione a fine novembre, un volano economico per la città, andando a inserirsi tra le attrattive locali e regionali ( e aggiungendo un ulteriore tassello alla proposta divulgativa che, in senso più canonico, annovera già Musei con una quota interattiva e sperimentale come lo Science Centre Immaginario Scientifico).
Interessante notare come un progetto che vuole valorizzare il legame di Trieste, una delle città mitteleuropee per eccellenza, con il mare abbia tratto la sua ispirazione, almeno dal punto di vista del come fare, in Medio Oriente. Come raccontato infatti da Antonio Paoletti, alla guida di Confcommercio Trieste, al disvelamento di Nautaverso presso il Trieste Convention Center, l’idea nasce “da un’esperienza avuta durante l’Expo di Dubai, quando ho visitato il padiglione dell’Arabia Saudita, assistendo a proposte incredibili fatte con la tecnologia digitale“.
In una città ricca di istituzioni culturali, scientifiche e di centri di ricerca è lecito aspettarsi che il nuovo contenitore, che ospiterà tecnologie e supporti di ultima generazioni, crei un impatto anche sulla stessa comunità di studiosi, ricercatori. Secondo Nico Pitrelli, Direttore del master in Comunicazione della scienza della Sissa, Nautaverso “non sarà solo un luogo straordinariamente interessante, ma anche un luogo in cui, attraverso l’interlocuzione tra diversi soggetti, c’è una disponibilità all’ascolto delle voci che interrogano la scienza. Abbiamo visto che non basta solo il trasferimento della conoscenza, serve costruire piattaforme come questa”.
Fonte : Wired