Mamma e tre figli intossicati dal monossido: tutti in camera iperbarica

Una famiglia di quattro persone (mamma e tre figli) è rimasta intossicata dal monossido di carbonio nel loro appartamento al civico 20 di via Luigi Pirandello a Sesto San Giovanni, comune della città metropolitana di Milano, nel pomeriggio di domenica 3 dicembre. Tutto è accaduto nel tardo pomeriggio in una casa al primo piano della palazzina. Sono stati loro stessi a lanciare l’allarme al 112. Sul posto si sono precipitati sia i soccorritori dell’azienda regionale di emergenza urgenza (Areu) che i pompieri del distaccamento di Sesto.

Tutti i componenti della famiglia sono stati accompagnati in codice giallo all’ospedale Niguarda, e tutti hanno dovuto ricorrere alla camera iperbarica, ma fortunatamente nessuno è grave. L’intossicazione sarebbe stata causata dal malfunzionamento della caldaia, secondo quanto riferito dai vigili del fuoco intervenuti sul posto anche con il nucleo Nbcr (nucleare, biologico, chimico, radiologico). L’impianto è stato sequestrato per ulteriori accertamenti anche da parte dell’Ats (azienda tutela salute).

Perché è stata utilizzata la camera iperbarica? La camera iperbarica è impiegata nei casi di intossicazione da monossido di carbonio per ridurre i danni causati dal gas tossico. Il monossido di carbonio, prodotto da apparecchi difettosi a gas, riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno. La camera iperbarica sottopone il paziente a una pressione superiore a quella atmosferica, aumentando la concentrazione di ossigeno nel sangue. Ciò accelera l’eliminazione del CO, riduce l’edema e migliora la perfusione tissutale. Questo approccio è riservato a casi gravi, dove sono presenti sintomi severi, e la decisione di utilizzarlo dipende dalla gravità dell’avvelenamento e dalle condizioni specifiche del paziente.

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Fonte : Today