Guerra in Ucraina
Il dramma di Karina, 22enne ucraina, stuprata nei primi giorni dell’invasione russa nel 2022. Per mesi si è tenuta dentro quel dolore, poi ha trovato il coraggio di denunciare l’aggressore. Ma il fidanzato, che le aveva chiesto di non dirlo a nessuno, ha troncato la loro relazione.
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Karina è una ragazza ucraina di 22 anni. Al dramma della guerra nel suo Paese, si è aggiunto l‘orrore di uno stupro subito da un soldato russo nelle primissime settimane dell’invasione russa nel marzo dello scorso anno. La vergogna e senso di colpa l’hanno portata a tenersi dentro tutto per mesi. Ma alla fine il coraggio ha prevalso e ha deciso di denunciare tutto. Una scelta che però ha avuto un’altra drammatica conseguenza: il suo ragazzo l’ha lasciata perché risentito dalla sua scelta.
A raccontare la storia di Karina è il Daily Mail. Era l’11 marzo 2022 e le truppe di Putin erano entrate nel suo villaggio situato nella regione di Kiev. La giovane, che lavorava come operatrice sanitaria in un ospedale, fu accusata di aver divulgato la sua posizione all’esercito ucraino, aiutata dal suo ragazzo, così come ha dichiarato al tabloid britannico:
“Quando l’esercito ucraino ha aperto il fuoco contro i russi, vicino al nostro villaggio, hanno incolpato me e il mio ragazzo per aver rivelato le loro posizioni”. Poi i soldati avrebbero “sparato al suo fidanzato con una pistola, mancandolo di pochi centimetri, per spaventarlo”.
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Dopo aver preso i telefonini e i computer presenti in casa di Karina, la giovane è stata portata con la forza da un soldato russo nell’abitazione vicino. All’ultimo piano, in soffitta, l’avrebbe costretta a spogliarsi, con una pistola puntata alla testa. Poi, l’avrebbe stuprata giurandole che l’avrebbe rifatto se ci fossero stati altri attacchi dei soldati ucraini o se avesse raccontato della violenza a qualcuno. “Ricordo di aver visto preservativi usati sparsi sul pavimento e lì ho capito che non ero la prima“, ha rivelato Karina.
Dopo aver confessato al suo ragazzo quanto accaduto, nei giorni seguenti i due hanno cercato un modo per allontanarsi dal loro villaggio: “Avevo molta paura perché il soldato aveva detto che se ci fosse stato un altro bombardamento ucraino, sarebbe tornato, mi avrebbe violentata ancora e uccisa” spiega.
Dopo aver percorso, di notte, campi, foreste e binari ferroviari, sono arrivati in un villaggio vicino nella regione di Kiev, dove un amico li ha aiutati a nascondersi.
Qualche mese dopo, il villaggio di Karina è stato liberato dalle forze ucraine e, anche grazie all’aiuto di quello stesso amico, ha trovato il coraggio di denunciare lo stupro subito alla polizia nazionale e ai pubblici ministeri. Ma a quel punto ha dovuto fare i conti col suo fidanzato che le aveva chiesto di non dire a nessuno dello stupro, imbarazzato all’idea che amici e parenti potessero venirne a conoscenza.
Il giovane ha deciso così di troncare la loro relazione.
Fonte : Fanpage