Emergenza acqua “avvelenata” nel paese dei vip. Chiesti investimenti per uscire dalla crisi

Anticipare ogni forma di investimento per risolvere nel più breve tempo possibile ed in modo definitivo e strutturale la crisi idrica di Campagnano, il paese a nord di Roma che da anni convive con l’acqua “avvelenata”. Con una quantità di arsenico, fluoruri e talvolta pure manganese, troppo elevata. È questa una delle richieste che il primo cittadino, Alessio Nisi, ha avanzato durante la commissione regionale Ambiente convocata sul tema. 

Il paese dei vip con l’acqua “avvelenata”

Da quasi un anno e mezzo infatti gli undicimila cittadini del comune alle porte di Roma, noto per essere abitato da numerosi vip tra cui politici, manager e personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo, vivono senza poter bere l’acqua dei rubinetti di casa o delle fontanelle pubbliche. 

A maggio 2022 il valore dell’arsenico era 15 μg/L (microgrammi per litro), il massimo consentito è 10. Un mese dopo il valore ha toccato quota 21, con pure i fluoruri a 2,3 mg/L quando il valore deve essere inferiore o uguale a 1,5 milligrammi per litro. Ma è stato in seguito al campionamento del 16 agosto 2022 – arsenico a 25, fluoruri a 2,25 – che la Asl Roma 4 ha invitato il Comune di Campagnano a prendere provvedimenti. Da qui l’ordinanza firmata dal sindaco che ha ordinato “a scopo cautelativo e per la salvaguardia della salute pubblica” la limitazione d’uso dell’acqua distribuita dall’acquedotto comunale in quanto “non idonea all’uso potabile diretto e alla preparazione di alimenti”. Nel documento veniva anche ordinato al gestore del servizio idrico, allora Acea Molise srl, (alla quale ad ottobre 2022 è subentrata Acea Ato2) di ripristinare il parametro di norma dell’acqua distribuita dalle reti comunali; interventi per garantire una distribuzione corretta ed adeguata del flusso idrico e il ripristino del funzionamento delle infrastrutture. Ma da un anno a questa parte, oltre l’installazione delle autobotti, per Campagnano è cambiato poco o nulla. 

Nel paese abitato dai vip dove l’acqua è avvelenata

Il lavoro del Comune di Campagnanoi per uscire dalla crisi

L’amministrazione comunale continua a lavorare con un tavolo permanente e che si aggiorna periodicamente. Serve però dare un’accelerata per ripristinare il corretto servizio idrico. 

Una storia che inizia da lontano. “Tra il 2001 e il 2012 l’acqua di Campagnano di Roma, nonostante avesse valori di arsenico e fluoruri superiori alla norma, veniva distribuita come ‘acqua potabile’ solo grazie a deroghe. Tuttavia, tra il 2012 e il 2014, l’acqua è stata dichiarata ‘non potabile’ a seguito di campionamenti effettuati da Arpa Lazio e Asl Roma 4, con un’ordinanza del sindaco Francesco Mazzei che ne proibiva il consumo umano. Questa ordinanza è rimasta in vigore per oltre due anni”, ha ricordato in commissione Nisi. “Nel corso degli anni, diversi soggetti hanno gestito il servizio idrico del nostro paese e i problemi attuali, che Acea – Ato2 è chiamata a risolvere, non sono mai stati affrontati con soluzioni definitive. Molte di queste problematiche derivano da decenni di trascuratezza nella manutenzione degli impianti e da errori nella realizzazione dell’infrastruttura. Tutti ricordiamo, ad esempio, la costante carenza d’acqua durante i mesi estivi, tra giugno e agosto”. Da qui la richiesta del Comune di avviare un lavoro di bonifica delle tubazioni ammalorate ed avviare la sostituzione.

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L’impianto di potabilizzazione in tilt

Intanto si lavora anche alla sostituzione dell’impianto di potabilizzazione entrato in funzione nel 2014 ma che dalla primavera del ‘22 non riesce più a rendere potabile l’acqua che arriva nelle case dei cittadini. “L’impianto – spiega il sindaco – non è stato realizzato tenendo conto delle reali dimensioni del nostro paese. Non è tecnicamente adeguato a trattare la portata idrica necessaria a soddisfare l’esigenza idrica dei cittadini di Campagnano di Roma. L’esigenza idrica è di circa 55 litri al secondo di acqua potabile. Ciò vuol dire che al potabilizzatore devono essere portati circa 80 litri al secondo. 80 litri al secondo, una volta trattati e “potabilizzati”, mediante osmosi, producono uno scarto di circa il 30% e quindi alla distribuzione arriverebbe il 30% in meno degli 80 litri al secondo in entrata. L’impianto di potabilizzazione di Campagnano di Roma non è in grado di trattare tali portate. È stato realizzato tra il 2013 ed il 2014 ma non è in grado di lavorare per le reali esigenze del paese. Occorre quindi realizzarne uno nuovo”. Ed è quello che Acea Ato2 ha promesso di fare. In attesa di poter realizzare il nuovo potabilizzatore ne installerà uno “temporaneo” per uscire dall’emergenza idrica.

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Le proposte in commissione regionale Ambiente

Due le proposte per Campagnano portate in commissione dalla consigliera del Pd, Michela Califano. Il reperimento delle risorse per la realizzazione di una nuova rete idrica, “degna di questo nome” ha detto, e lo sblocco di un ‘una tantum’ annuale per il prossimo triennio “che compensi il pagamento delle bollette per un servizio di cui i cittadini non usufruiscono”. Le richieste degli abitanti di Campagnano per la riduzione delle bollette del 50 per cento sono infatti cadute nel vuoto.

“Parliamo di una situazione purtroppo annosa che il territorio, sul quale pende da ormai più di un anno un’ordinanza di ‘non potabilità’ emanata dal primo cittadino, suo malgrado è costretto a subire e riguarda un bene primario come l’acqua. Campagnano di Roma – ha sottolineato la consigliera dem – ha pagato un prezzo già molto elevato sotto tutti i punti di vista, ecco perché credo che la Regione Lazio, pur non essendo direttamente attore competente, abbia il dovere di intervenire prevedendo finanziamenti o cofinanziamenti per superare definitivamente questa che è a tutti gli effetti un’emergenza”. 
 

Fonte : Roma Today