Dopo esser stata selezionata per la terza edizione di Radar Italia, essere stata scelta come Equal Ambassador nel mese di ottobre e con sei singoli all’attivo da oltre tre milioni di stream, con Venere Asteria ci mostra ancora una volta la sua sensibilità artistica, raccontando i lati più scuri dei sentimenti senza paura di mettersi a nudo. Venere è una dedica alla persona che ci accompagna tra incubi, fragilità e imperfezioni, una celebrazione dell’amore che accetta, che non giudica ma accoglie, che ti fa sentire bene per quello che sei, con tutte le debolezze, le virtù e le contraddizioni che ci rendono umani.
Anita, partiamo da Venere: perché lo hai scelto come singolo in questo momento?
Il periodo è giusto per il sound in vista dell’album previsto nel 2024, ho bisogna di un po’ di meditazione, il brano tocca un tema profondo in maniera Pop. Ci aggiungo che l’inverno è meditativo per l’amore, le famiglie si riavvicinano con le feste.
La tua Venere è una persona accogliente e accudente, l’esatto opposto di come è nell’immaginario collettivo: come sei arrivata a questa trasformazione? Perché anche uscendo dalla mitologia ed entrando nel cosmo Venere è la prima stella della sera, la più luminosa.
Ho vissuto una notte a vedere la Luna e Venere e lego quella visione anche alla mia passione per gli astri. Il pezzo è una necessità di perdonare me stessa dopo un litigio ma la mia Venere qui resta fatale per la bellezza assoluta. Il pianeta rappresenta la luce nella notte, c’è una dualità nella lettura: il pianeta è luce accudente, l’altra Venere è tentazione e bellezza.
Nel testo parli di ferite da curare e di te che resti immobile: sono attimi di liberazione. Secondo te perché negli ultimi anni il cantautorato è rivolto più a curare l’anima che a raccontare la quotidianità?
Tra gli artisti c’è chi scrive sentendo la necessità di curarsi con la scrittura; certo, in primis è un lavoro per l’artista ma all’ascoltatore può servire ed esprime una necessità di divedere la quotidianità con l’emotività.
Un altro elemento che, secondo me emerge, è il rapporto col tempo: sembra sempre frammentato nelle tue canzoni, come se seguisse un meridiano Asteria e non quello di Greenwich.
Hai colto il segno, ho un rapporto complicato col tempo. Quando sto bene è sempre poco ed è lì che mi connetto con l’umanità. Io sono ossessionata dal tempo, è un valore importante perché non si compra. Io sono sempre puntuale e mi indispone chi arriva in ritardo.
Lontano da Qui lo hai ceduto a Elodie per il suo Clubtape: raccontami questa esperienza.
L’ho scritto tempo fa e racconta la mia storia di quell’istante in maniera così diretta che Jacopo Pesce, che lavora con Elodie, quando l’ha sentita mi ha detto che glielo avrebbe fatto ascoltare. Non ci credevo quando mi hanno detto che sarebbe entrato in Clubtape, ero felice. Per altro stimo molto Elodie e ci aggiungo che quello del Clubtape è un concetto vicino alla mia anima e alla mia idea di musica. Sono andata a vederla in concerto al Forum di Assago e sentire la mia canzone cantata da tutte quelle persona mi ha entusiasmato.
Asteria e Anita sono amiche? Una viene dalla mitologia, è una portatrice di luce. Anita chi è? Sembra una donna perennemente inquieta.
Riescono ad aiutarsi a vicenda, Anita ha i contenuti e Asteria li racconta.
Prometti per il 2024 di trovare il tempo “per sfuggire da tutti i miei guai”?
Assolutamente sì ma poi chi scrive la musica? Comunque è un impegno che mi sono data per l’anno prossimo.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Altri singoli prima dell’album, il progetto arriverà prima dell’estate. Poi ci saranno dei live e procede il mio percorso autoriale. Lo scopo della mia musica è far divertire la gente.
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