Cosa vuol dire il “ritorno al nucleare” annunciato alla conferenza per il clima

Ritorno al nucleare per eliminare (parte) dei gas serra responsabili del cambiamento climatico. Questo il leit motiv che emerge dai negoziati tra i quasi 200 paesi riuniti alla Cop28 in corso a Dubai. Se i prossimi dieci giorni saranno dominati dalle promesse di ridurre per quote le emissioni clima-alteranti, la riunione è iniziata con il consueto panegirico di promesse che guardano alle fonti di energia rinnovabili come soluzione per contenere il surriscaldamento del clima. Se gli accordi di Parigi che puntavano a contenere al grado e mezzo l’aumento delle temperature sono ormai carta straccia, da Dubai è stato lanciato dall’appello di una ventina di paesi a triplicare le capacità di energia nucleare nel mondo entro il 2050.

Un risveglio generale dell’interesse verso l’atomo dopo l’incidente di Fukushima nel 2011. La nuova parola d’ordine è “SMR” piccoli reattori da 300 mega watt pensati per essere modulari. 

“Non possiamo raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 senza l’energia nucleare”, ha affermato l’inviato americano per il clima, John Kerry.

“Voglio ribadire che l’energia nucleare è un’energia pulita, va ripetuto” ha subito detto Emmanuel Macron incalzato dal presidente polacco Andrzej Duda. Tra i paesi pro-nucleari si sono aggiunti anche Giappone, Corea del Sud, Ghana ed Emirati Arabi Uniti che hanno appena costruito la loro prima centrale. 

cop28 nucleare

Intanto il Belgio ha annunciato l’organizzazione a marzo 2024 – insieme all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) – del primo vertice mondiale sul nucleare. La dichiarazione congiunta di 20 paesi di voler triplicare le capacità energetiche nucleari è nei fatti un appello volontario e non vincolante nel quadro dei negoziati ufficiali della COP28 che si tengono sotto l’egida delle Nazioni Unite. L’obiettivo è promuovere in modo proattivo le energie alternative ai combustibili fossili, dando loro argomenti per sperare di negoziare la fine del petrolio, del carbone e del gas in un accordo finale alla COP.

Un altro appello che ha trovato più consenso è quello di triplicare la capacità di energia rinnovabile (solare, eolica, idroelettrica, biomassa, ecc.) entro il 2030. L’Unione Europea ha lanciato in primavera un appello in tal senso, sostenuto dalla presidenza emiratina della COP28 e poi ripreso successivamente dai paesi del G7 e del G20 (80% delle emissioni globali di gas serra). “Oggi il nostro appello si è trasformato in un potente movimento. Più di 110 paesi hanno già aderito”, ha detto venerdì Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.

Mentre i leader sono attivi pubblicamente, migliaia di negoziatori provenienti da quasi 200 paesi si riuniscono in stanze nascoste alle telecamere per portare avanti la vera questione di questa COP28: i testi che devono essere adottati per consenso entro il 12 dicembre. I paragrafi più difficili da negoziare riguardano la riduzione o addirittura la fine dell’uso di combustibili fossili: petrolio, gas e carbone. Le premesse però non sono positive in questo senso: quando a settembre il G20 si è impegnato a incoraggiare gli sforzi per triplicare le energie rinnovabili, la dichiarazione finale è rimasta silenziosa sul destino dei fonti energetiche fossili.

Ultima chiamata per il clima: cosa aspettarsi dalla Cop28 

Fonte : Today