Giulia Cecchettin è stata uccisa da Filippo Turetta nell’area industriale di Fossò, a 6 chilometri dalla sua casa, verso le 23:40 di sabato 11 novembre ed è morta dissanguata. È la datazione del decesso che l’autopsia, effettuata ieri, ha permesso di stabilire. Ieri, intanto, Filippo Turetta è stato ascoltato dal pm di Venezia Andrea Petroni per circa nove ore: dopo le poche parole pronunciate al momento dell’arresto in Germania prima di essere condotto al carcere di Halle e le dichiarazioni spontanee lette lunedì davanti al gip Benedetta Vitolo, tra pause, silenzi e lacrime, ha dato risposte articolate ma nel suo racconto ci sono state parecchie incongruenze e diversi ‘non ricordo’. “Mi è scattato qualcosa in testa”, ha detto per spiegare il suo gesto.
Cosa ha detto Turetta nell’interrogatorio
Nelle nove ore di interrogatorio – dalle 11 alle 20 – Turetta ha risposto alle domande del magistrato ricostruendo quanto accaduto la sera dell’11 novembre scorso, ma anche nei giorni precedenti e nella settimana di fuga fino in Germania. Se nelle prime dichiarazioni rese lunedì si era detto “affranto, dispiaciuto” e pronto a “pagare” per le sue responsabilità, sarebbero stati diversi i non ricordo pronunciati ieri. Ma non ha spiegato il perché dell’omicidio che ha sconvolto tutta Italia. A spiegare l’orrore solo quel “mi è scattato qualcosa in testa” mentre l’ex fidanzata Giulia Cecchettin con le mani cercava di parare i colpi di coltello che le hanno poi reciso l’aorta lasciandola morire dissanguata.
Quella sera lei aveva accettato di cenare insieme a quello che sarebbe diventato il suo assassino in un centro commerciale a Marghera. Lui insisteva ancora per recuperare un rapporto che lei era decisa a troncare. Poi l’aggressione nel parcheggio a meno di 200 metri da casa di lei, al ritorno a Vigonovo.
“Ho perso la testa, mi è scattato qualcosa”, avrebbe ripetuto Turetta in carcere.
In quel parcheggio Giulia Cecchettin esce dall’auto del 21enne ma lui la raggiunge e la prende a calci. Un vicino di casa vede parte della scena, dà l’allarme al 112 ma – a quanto si sa – resta inascoltato.
Giulia Cecchettin uccisa con più di 20 coltellate sul corpo
Turetta carica Giulia in auto, la Fiat Grande Punto nera, ed entra nella zona industriale di Fossò: una telecamera di sorveglianza riprende le fasi finali della seconda aggressione. Giulia viene colpita da dietro mentre tenta di fuggire di corsa, sbatte la testa su un marciapiede e resta a terra e lui la carica sull’auto. Poi, la fuga. Le immagini non mostrano le venti coltellate evidenziate invece dall’autopsia sul corpo di Giulia. La giovane sarebbe stata accoltellata alla testa e al collo. In particolare un fendente la avrebbe raggiunta sotto la clavicola, sul lato sinistro, non lontano dal cuore, recidendole l’aorta.
Giulia Cecchettin muore dissanguata nell’auto dell’ex fidanzato. Lui abbandonerà il corpo a oltre 100 chilometri di distanza, vicino al lago di Barcis, con dei sacchi di plastica neri a coprire il cadavere. Proprio quei sacchi neri e il sopralluogo che Turetta avrebbe compiuto poche ore prima dell’omicidio rappresentano elementi che potrebbero spingere il pm a contestare all’omicida la premeditazione.
Fonte : Today