In Canada Google paga gli editori per la diffusione delle news
Il governo federale canadese ha annunciato un accordo con Google che vedrà l’azienda tecnologica risarcire gli editori di notizie canadesi. Si tratta di un cambiamento rispetto alla posizione iniziale di Google, che aveva deciso di bloccare potenzialmente tutti i contenuti giornalistici canadesi in seguito all’introduzione della nuova legge sulle notizie online.
Secondo i termini dell’accordo, Google contribuirà con 100 milioni di dollari canadesi (68 milioni di euro) all’anno, indicizzati all’inflazione, per sostenere una serie di attività giornalistiche in tutto il Canada. Questo sostegno finanziario si estende alle entità giornalistiche indipendenti e a quelle che rappresentano le comunità indigene e le minoranze linguistiche ufficiali.
Pascale St-Onge, ministro canadese per i Beni culturali, ha espresso soddisfazione per il risultato, affermando: “Un ecosistema giornalistico sostenibile è un bene per tutti. Le notizie e il giornalismo servono a informare le comunità, a promuovere l’impegno civico e a contrastare l’aumento della disinformazione”.
Anche Kent Walker, presidente degli Affari globali di Google e Alphabet, ha accolto con favore la risoluzione. Walker ha dichiarato: “Siamo lieti che il governo canadese si sia impegnato ad affrontare le nostre questioni principali, tra cui la necessità di un percorso semplificato per ottenere un’esenzione con una chiara soglia di impegno”.
La legge sulle notizie online ha suscitato reazioni negative da parte di diverse aziende tecnologiche. A giugno, Google ha dichiarato la sua intenzione di rimuovere i link alle notizie canadesi dal suo motore di ricerca, dalle notizie e dai prodotti Discover. Kent Walker ha citato l’Online News Act per aver reso insostenibile l’offerta di Google News Showcase Products agli organi di informazione canadesi.
In risposta alla legge, Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ha iniziato a bloccare i contenuti di notizie per gli utenti canadesi in agosto. Questa mossa ha creato difficoltà ad alcuni piccoli editori di notizie che dipendevano da Meta per la distribuzione. Inoltre, ha spinto gli editori di notizie e le emittenti canadesi a presentare un reclamo sulla concorrenza, sollevando preoccupazioni sulla posizione dominante dell’azienda nel mercato della pubblicità online.
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Fonte : Affari Italiani