Michael Jackson, Thriller 40 e la storia di come divenne il Re del Pop

Ma Thriller 40 ci fa notare una di quelle cose che abbiamo sempre notato, in fondo, ma su cui non avevamo mai riflettuto chiaramente. È quel senso ritmico del modo di cantare di Michael Jackson. Ascoltate attentamente il modo in cui porge le parole e quei suoni e versi con cui, in qualche modo, canta le parti di batteria e di basso. Chi lavorava con lui le chiamava le “batterie vocali”, un po’ come certe human beatbox, ma in modo diverso, personale, più melodico. È anche questo, e non solo i suoi urli, i suoi acuti, il suo timbro, che rendono unico il modo di cantare di Michael Jackson.

Thriller: John Landis non voleva nessun passo di danza tipico di Jackson

E poi c’è Thriller, intesa come la canzone, che sentiamo nascere sin dai primi battiti di batteria e di basso che compongono l’inconfondibile base ritmica della canzone (che inizialmente si chiamava Starlight) fino a quelle tastiere con un suono da film horror che caratterizzeranno per sempre quelle canzone. A cui è abbinato il video più famoso della storia del rock. Vedendolo oggi chiunque potrebbe pensare che fosse stato scelto come singolo e video di lancio per l’album. Invece arrivò solo dopo un anno, dopo che l’album aveva venduto tantissimo e la casa discografica non era interessata a spingerlo. Ma Michael Jackson credeva che quell’album avesse ancora potenziale, e che ce l’avesse quella canzone, così cinematografica da meritare un video di livello. Jacko aveva visto e amato Un lupo mannaro americano a Londra, e così volle proprio quel regista, John Landis, a dirigere il video di Thriller, un video dal budget altissimo, ma che, vendendo il making of alle tv, e poi la videocassetta, poteva essere recuperato. Michael Jackson aveva ancora un’immagine poco sexy verso il pubblico e così si decise di inserire una storia sentimentale nel video. È un divertitissimo John Landis che in Thriller 40 racconta di aver spronato la star. “Voglio di più” gli disse. “Sei Michael Jackson e deve essere straordinario. Se non è fantastico a cosa serve essere Michael Jackson’”. E così il Re del Pop rientrò sul set e fece una ripresa perfetta. Le coreografie sono rimaste nella storia. Landis racconta di aver detto che il ballo doveva essere “spettrale” e di non aver voluto nessun passo tipico della danza di Jackson. Quella videocassetta vendette 6 milioni di copie.

È come se le canzoni scaturissero dalle mani di Dio

Fonte : Wired