Può uscire dal carcere per i funerali della mamma, ma decreto non viene eseguito: detenuto salta esequie

Un detenuto di Lecce non ha potuto partecipare al funerale della madre nonostante il permesso ottenuto dal Tribunale per partecipare alle esequie insieme ai parenti. Pur avendo ottenuto il via libera, infatti, il decreto non è stato eseguito in tempo.

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Aveva ottenuto il permesso per salutare la madre morta poche ore prima e partecipare al funerale anche se da tempo era detenuto in carcere. Il decreto però non è stato eseguito e l’uomo non ha potuto partecipare alla cerimonia. Un cortocircuito costato l’ultimo saluto alla mamma per un detenuto e un’occasione persa per il sistema carcerario di “mostrarsi rispettoso dei dettami della Carta costituzionale”. A dirlo è l’avvocato Francesco Spagnolo, che ha denunciato quanto accaduto a un suo assistito detenuto nel carcere di Lecce. 

Quanto accaduto al detenuto originario del Basso Salento ha sconcertato l’intero carcere di Borgo San Nicola. Secondo quanto reso noto dal Quotidiano di Puglia, l’uomo sarebbe finito in carcere con l’accusa di maltrattamenti. L’ok giunto dal Tribunale di sorveglianza sarebbe arrivato anche dopo una valutazione della pericolosità del soggetto, con un provvedimento poi firmato dal giudice Ines Casciaro.

Nonostante l’ok ricevuto, l’uomo non sarebbe però stato accompagnato al funerale per la cerimonia di addio alla madre deceduta ed è riuscito a raggiungere i familiari soltanto ieri. “Il magistrato di sorveglianza – ha ricostruito il legale – ha autorizzato la concessione di un permesso di 2 ore, escluso il tempo del viaggio, per rendere omaggio alla salma della propria madre e per partecipare anche al funerale. Il personale di cancelleria  ha provveduto a informare immediatamente l’istituto di pena per l’esecuzione del decreto adottato, ma il 28 novembre, non si è avuta notizia del trasferimento del detenuto nel luogo indicato”.

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“I funerali sono stati celebrati senza il detenuto che nonostante godesse del permesso non ha “beneficiato” di quanto ottenuto” ha sottolineato ancora l’avvocato, che ha poi ribadito quanto la vicenda sia “assurda e segno di un sistema penitenziario al collasso”. “La morte della madre del detenuto – ha proseguito – è una vicenda grave che incide anche sul grado di umanità della detenzione. Negare una simile opportunità ha privato il detenuto di un momento di profonda umanità, come sostare davanti alla salma del proprio caro”.

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Fonte : Fanpage