Poche volte abbiamo visto un film italiano ricevere in patria il plauso unanime degli spettatori come nel caso di C’è Ancora Domani: l’opera prima da regista di Paola Cortellesi ha saputo conquistare i nostri cuori sin dai primi fotogrammi, accompagnandoci verso un finale che non ha potuto non sorprenderci.
Per tutta la durata del film, infatti, assistiamo a un equivoco sapientemente orchestrato dalla regista e protagonista, che ci lascia credere che la sua Delia stia organizzando una fuga con il meccanico Mario, in modo da potersi rifare una vita lontana dal violento marito Ivano: quando il suocero di Delia muore il giorno della partenza di Mario, però, tutto sembra crollare, con la nostra costretta a tornare a casa alla vita di sempre per servire gli ospiti… Prima di ricordarsi che “c’è ancora domani“.
Già, perché il giorno tanto atteso da Delia non era quello della fuga sulla quale abbiamo fantasticato… Ma quello delle elezioni per la prima volta aperte anche alle donne! La lettera che il personaggio di Cortellesi riceve durante il film contiene non la prova dell’amore di Mario, ma la tessera elettorale… La stessa che Ivano si trova comunque tra le mani quando riesce ad impossessarsi della lettera di cui sopra.
Il domani a cui si riferisce Delia, dunque, è quello in cui potrà comunque andare a votare, rimandando soltanto di un giorno la gioia che aveva pregustato per tutto il film: quella di poter finalmente far valere i propri diritti. E voi, vi aspettavate questo colpo di scena? Fatecelo sapere nei commenti! Qui, intanto, trovate la nostra recensione di C’è Ancora Domani.
Fonte : Everyeye