Il pasticcio di Cervinia e il surreale video di Daniela Santanchè

Cervinia cambia nome, anzi no, era uno scherzo. Nel Paese delle quotidiane polemiche, è diventato un caso il cambio di toponomastica della frazione di circa 700 anime del Comune di Valtournenche, da Breuil-Cervinia a Le Breuil, l’antico nome prima dell’italianizzazione imposta dal regime fascista nel 1934. In quegli anni venivano cambiati i nomi di molte località per “italianizzarle”. Un cambiamento già deciso da mesi e che ha riguardato anche altre frazioni montane, ma salito agli onori delle cronache solo nelle ultime ore, anche grazie a un surreale video itinerante pubblicato sui suoi social dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che ha contestato la decisione.

La “destination” e la “brand reputation”

“Buongiorno – esordisce Santanchè rivolgendosi ai suoi follower da un’auto in movimento, a cinture rigorosamente slacciate – volevo confrontarmi con voi perché io da qualche giorno che veramente non riesco a capire cosa succede nella testa di alcuni. A Cervina, una località della valle d’Aosta, una località sciistica molto rinomata, una delle eccellenze del nostro turismo in Italia, udite udite: hanno pensato bene di cambiare il nome, di chiamarla Le Breuil… manco mi ricordo. Ma io voglio dire: ma siete matti? Ma voi sapete quanto tempo ci vuole a costruire una destination, una brand reputation? E voi fate una roba del genere? Ma ripensateci. E voi, che cosa ne pensate?”.

Citando Roberto Benigni, verrebbe da dire “buongiorno principessa”. Il percorso che aveva portato al cambio del nome, che di fatto ha riguardato solo la cartellonista del Paese e i documenti anagrafici degli abitanti, era infatti iniziato del 2011, ed era stato avviato su richiesta dell’Agenzia delle Entrate, per fare chiarezza sull’anagrafe fiscale di alcuni contribuenti. Il Comune di Valtournenche aveva avviato una ricerca per tornare alla determinazione ufficiale dei toponimi del piccolo paese valdostano e delle sue frazioni e una commissione tecnica, andando a ritroso negli archivi, era così riuscita a risalire alle antiche denominazioni del villaggi. A rendere effettive le modifiche, nel settembre scorso, era intervenuto un decreto della giunta regionale firmato dal presidente Renzo Testolin.

Insieme a Santanché avevano protestato diversi esponenti di Fratelli d’Italia e sui social è partita una gara di indignazione che ha coinvolto personaggi più o meno influenti della galassia sovranista. “Siamo davanti a una sciagurata decisione – ha tuonato a Montecitorio il deputato Alessandro Amorese – il paese di Cervinia pare stia per cambiare nome. Tutto ciò nella rima di una cancel culture che ci opprime, che ci vuole sottomettere culturalmente”.

La marcia indietro

A seguito delle (tardive) polemiche, è arrivata la mezza marcia indietro. Elisa Cicco, attuale sindaco di Valtournenche, eletta nel maggio scorso (quindi dopo la ratifica del provvedimento da parte del consiglio regionale) ha annunciato che chiederà alla regione di rivedere la decisione: “Riavvieremo la richiesta per rivedere il toponimo. La toponomastica fa parte della cultura e della ricerca storica dei nomi, ma nessuno voleva cancellare il nome Cervinia: è il nostro marchio, il nostro brand con cui siamo conosciuti in tutto il mondo. Avvieremo quindi l’iter per mantenere la denominazione Breuil-Cervinia e troveremo una soluzione”, ha spiegato.

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Fonte : Today