Mattarella firma la legge sulla carne coltivata: cosa succede ora

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il ddl sulle “disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di carni coltivate”. Il governo, spiega il Quirinale in una nota, ha trasmesso il provvedimento accompagnandolo con una lettera con cui si è data notizia dell’avvenuta notifica del disegno di legge alla Commissione europea e con l’impegno a conformarsi a eventuali “osservazioni che dovessero essere formulate dalla Commissione nell’ambito della procedura di notifica”. 

Nelle scorse ore si era diffusa la notizia che il capo dello Stato non avrebbe promulgato la legge prima del via libera di Bruxelles, ma così non è stato. Certo è che l’Ue è chiamata ad esprimersi. E l’esecutivo, come viene chiarito anche dal Colle, dovrà tenere conto di eventuali rilievi mosse dalle autorità europee. 

Ue, la legge è stata notificata ma non ancora analizzata

Il disegno di legge prevede lo stop alla “produzione e all’immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, vale a dire “costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati”. E dunque anche alla famigerata carne in vitro. La legge ha ottenuto il via libera del Colle, condizionato però al disco verde delle autorità europee. Che non è affatto scontato. 

Secondo molti osservatori, in effetti non è improbabile che da Bruxelles arrivi una bocciatura, in quanto il ddl interviene con un divieto preventivo su un prodotto che ancora non è sul mercato e rappresenterebbe comunque un ostacolo alla libera circolazione delle merci. Ma per ora siamo comunque nel campo delle supposizioni perché la commissione Ue non si è ancora espressa. 

“Per quanto ne so non abbiamo ancora condotto la nostra analisi” ha fatto sapere la portavoce della Commissione Europea per il Mercato Interno Johanna Bernsel, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

“La nuova notifica” inviata dal governo italiano, ha proseguito Bernsel, “verrà analizzata nel merito, nella sostanza, a prescindere dalla procedura legislativa”. 

“In generale – ha spiegato la portavoce – l’obiettivo è che nessuna legge entri in vigore in uno Stato membro, se contrasta con il diritto Ue. Se una legge entra in vigore e non viene notificata, e se si tratta di una legge che avrebbe dovuto essere notificata, perché ci sono delle eccezioni, allora si può richiedere ai Tribunali nazionali di dichiararla inapplicabile” ha chiarito Johanna Bernsel. Va da sé che con la promulgazione della legge l’Ue è chiamata a stringere i tempi. 

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Fonte : Today