Forse questo non è l’anno che ci si aspettava di trascorrere alla Disney, soprattutto in coincidenza dal centenario dalla fondazione della società del caro vecchio Walt: il multiverso Marvel sta mostrando sempre più crepe, per esempio, e anche l’ultimo film animato Wish non ha esaudito tutti i desideri dei suoi produttori. Quella che fino alla pandemia era una macchina sforna-blockbuster ultimamente ha mostrato in tutta evidenza tutti i suoi limiti. Tocca ora al ceo Bob Iger correre ai ripari, e soprattutto rispondere agli investitori che alzano sempre più il sopracciglio. Eppure proprio Iger si trova a gestire una situazione che è solo in parte causa sua, visto che si era ritirato dal suo ruolo nel 2020, alla scadenza del proprio contratto e dopo decenni di successi, salvo poi essere richiamato in fretta e furia nel 2022 dopo l’allontanamento in tronco del suo successore Bob Chapek.
Le polemiche e lo sguardo al futuro
Ora, in qualche modo, è il momento di parare i colpi. Le critiche più recenti vengono dai risultati di The Marvels, il sequel con protagonista Brie Larson: con 77 milioni di dollari al botteghino americano (il primo titoli MCU a non raggiungere i 100 milioni di incasso negli Usa) e 187 milioni nel mondo, è il più grande flop di questa saga filmica. Per Iger questo risultato disastroso è da additarsi alla mancanza di supervisione che i produttori hanno potuto avere sul set del film, per via di due fattori: le restrizioni imposte dal Covid e la quantità sempre maggiore di progetti, legati in particolare al sempre crescente catalogo di produzioni Disney+. La cancellazione di alcune serie e lo slittamento in avanti di diversi film Marvel rientrano proprio nella strategia di Iger di razionalizzare il più possibile e puntare sulla qualità più che sulla quantità.
Un altro punto di riflessione, per il ceo, è la costruzione di saghe sempre più complesse: “Non è che voglia scusarmi per aver fatto dei sequel, alcuni di loro sono andati molto bene e sono anche degli ottimi film”, ha detto in una conferenza stampa negli ultimi giorni: “Ma penso che ci deve essere una ragione per farli, li fai se hai una buona storia. E spesso la storia non è forte come l’originale, e questo può essere un problema”. Si tratterà dunque della fine dei sequel? “Ciò non significa che non continueremo a farli, a dire il vero ne stiamo producendo alcuni proprio ora. Ma daremo il via ai sequel solo se crediamo che la storia che i suoi creatori vogliono raccontare vale davvero la pena”.
Siamo comunque nel paradosso dei grandi, grandissimi numeri: secondo Variety, se escludiamo gli anni di pandemia, il 2023 sarà il primo anno dal 2014 in cui Disney non sforna nemmeno un film che supera il miliardo di dollari d’incasso. Un’asticella comunque altissima: “Dubito che qualche altro studios potrà raggiungere i numeri che abbiamo raggiunto noi”, aggiunge Iger: “Voglio dire, siamo al punto in cui se un film non fa un miliardo d’incassi ci lamentiamo. È uno standard incredibilmente alto e penso che dovremmo essere più realistici”.
Fonte : Wired