La strada è ancora lunga e in salita ma intanto la conferenza sul Clima di Dubai si apre con una standing ovation per un annuncio molto importante: rendere operativo il fondo per le perdite e i danni subiti dai Paesi più vulnerabili. Gli stessi che meno hanno contribuito a creare la crisi climatica. Insomma, non solidarietà ma una questione di giustizia.
Le regole
Un anno fa la Cop27 si era resa la decisione storica di creare questo fondo. Adesso le regole per farlo funzionare: la gestione affidata per quattro anni ad interim alla Banca Mondiale, la possibilità dei Paesi in via di sviluppo di accedere ai fondi. E le somme che i Paesi sviluppati sono invitati a versare: 100 milioni di dollari dalla Germania, 60 milioni di sterline dal Regno Unito, 17.5 milioni e mezzo dagli Stati Uniti.
Quale ruolo per il fossile
Nella prima giornata di lavori c’era attesa anche per le parole del presidente della Cop28. Il sultano Ahmed Al Jabber, a capo anche dell’azienda petrolifera di Stato. “Dobbiamo trovare – ha detto – un modo per garantire l’inclusione del ruolo dei combustibili fossili. So che ci sono opinioni contrastanti sull’idea di inserire nel testo negoziale un linguaggio sui combustibili fossili e sulle energie rinnovabili. Abbiamo collettivamente il potere di compiere qualcosa senza precedenti”. Insomma, il mondo del fossile – il principale responsabile della crisi climatica – deve essere parte della transizione, è il messaggio che arriva dalla presidenza emiratina.
Arrivano i leader
Intanto a Dubai arrivano i leader e i capi di Stato che si preparano a prendere la scena nei prossimi giorni accolti dai dati dell’Organizzazione metereologica mondiale che ricorda come il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato.
Fonte : Sky Tg24