Papillomavirus, vaccini per i pazienti cronici e per i viaggiatori internazionali, ma anche nuove frontiere vaccinali per la prevenzione delle malattie respiratorie: durante la Conferenza Nazionale di Sanità Pubblica organizzata dalla Società Italiana d’Igiene (SItI) si è fatto il punto sulle “Priorità vaccinali” nel nostro Paese.
I numeri del Papillomavirus
“Il Papillomavirus è estremamente diffuso all’interno della nostra popolazione ed è causa di moltissimi tumori – dichiara la Prof.ssa Roberta Siliquini, Presidente della Società Italiana d’Igiene (SItI) -. Causa il 90% dei tumori del collo dell’utero, ma anche dell’ano, del pene, della vulva e del distretto testa-collo. Tumori gravi, con una letalità ed un’incidenza particolarmente alta: più di 5000 all’anno in Italia ed uno su cinque, purtroppo, ha una storia naturale infausta”.
“In Italia – aggiunge la Dr.ssa Antonietta Spadea – siamo molto bravi con le coperture vaccinali dei bambini a 24 mesi, ma scendiamo tanto, invece, con quelle relative agli adolescenti. In particolare, per il Papillomavirus, ci siamo attestati al 60% per le ragazze e al 40% per i ragazzi: ecco perché abbiamo cercato di immaginare nuove strategie per raggiungere i ragazzi e le loro famiglie e portarli alla vaccinazione. Tra le strategie adottate c’è stata l’organizzazione degli Open Days, degli SMS, delle lettere che abbiamo inviato, incontri nelle scuole e, infine, aver raggiunto i ragazzi nei consultori famigliari”.
La prevenzione dei mali di stagione
“Con l’avvicinarsi della stagione influenzale si presentano i così detti ‘mali di stagione’. Ci stiamo attrezzando e organizzando per le campagne vaccinali d’autunno – spiega il Prof. Giancarlo Icardi – proprio per prevenire queste malattie. L’anno scorso è stata una stagione particolarmente pesante. Sono circolati molti virus che hanno messo a letto circa 12 milioni di italiani. Tutto quello che possiamo fare è intervenire con le vaccinazioni e con i vaccini contro l’influenza e lo pneumococco, che aiutano a controllare queste infezioni, limitando i danni di malattie e complicanze, come le ospedalizzazioni e le morti. Non dimentichiamoci, infatti, che, spesso, nei soggetti più fragili queste patologie possono anche portare al decesso”.
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Fonte : Sky Tg24