Oltre 12 miliardi di euro investiti nell’arco di 10 anni, cioè oltre 1,2 miliardi di euro l’anno, per sostenere Project Clover, la risposta di TikTok ai dubbi dell’UE sulla gestione dei dati degli utenti europei della piattaforma.
Il notevole impegno economico, decisamente fra i più grandi e importanti in questo mercato, serve per mettere in piedi e fare funzionare quello che da TikTok descrivono come “un programma di sicurezza leader nel settore che mira a fornire agli utenti europei una protezione all’avanguardia per i loro dati”. Ed è stato annunciato nella settimana in cui l’azienda ha preso formalmente possesso di parte del datacenter in costruzione in Norvegia, il più grande impianto del genere in Europa.
google maps: dove si trova la cittadina norvegese di Hamar
Un gigante in mezzo alla neve
Unica fra le testata italiane, Italian Tech ha potuto entrare nella struttura e visitarla: si trova a circa 15 minuti di auto da Hamar, cittadina di 30mila abitanti a nord di Oslo, e al momento è composta da 3 enormi edifici che ospiteranno i server di TikTok al cui interno saranno conservati i dati degli utenti europei. Ogni edificio (nell’arco dei prossimi mesi diventeranno 5), di colore verde e nero, lungo 130 metri e largo 24, è composto da 3 piani, ciascuno di 4mila metri quadrati, ciascuno diviso in 6 enormi stanze al cui interno staranno fisicamente i server: “Il trasferimento dei dati degli utenti europei dovrebbe iniziare a metà 2024 ed essere completato entro la fine dell’anno”, ci hanno spiegato dall’azienda.
Quello di Hamar non è l’unico datacenter che TikTok ha in Europa: ce ne sono altri due, entrambi in Irlanda, che sono al momento a diversi livelli di operatività. Per tutti, però, la data su cui il social ha preso un impegno è la fine del 2024, che è appunto quella entro la quale tutti i dati degli utenti europei staranno su territorio europeo. In questo momento di transizione, secondo quanto spiegato, sono “temporaneamente su server che si trovano negli Stati Uniti”, concentrati in un’area dedicata così che (immaginiamo noi) il trasferimento sia più facile.
Al momento, TikTok ha 150 milioni di utenti attivi mensilmente in Europa e non è chiaro come saranno alla fine divisi fra i 3 datacenter né quanto spazio ci sia nei server: a una domanda diretta su questo, Theo Bertram, vicepresidente di TikTok con delega ai rapporti con i governi, ha risposto sorridendo che “abbiamo spazio per tutti questi utenti e per tutti quelli che avremo in Europa negli anni a venire”.
La scelta delle location non è casuale: sia l’Irlanda sia (soprattutto) la Norvegia hanno le condizioni climatiche ideali per rendere il progetto più sostenibile, banalmente perché “questo clima aiuta a mantenere i server alla giusta temperatura di esercizio con minore dispendio di energia”, come ci hanno ricordato mentre passeggiavano fra un padiglione e l’altro del datacenter di Hamar. Con 15 gradi sottozero all’esterno.
TikTok e NCC per proteggere i dati europei
Come detto, TikTok sta prendendo possesso del primo edificio in questi giorni (cioè sta installando i server, i computer negli uffici, verificando i cablaggi e così via), mentre il secondo sarà pronto a marzo 2024, il terzo entro luglio e gli altri due a distanza di circa 4 mesi uno dall’altro.
La loro costruzione ha creato circa 700 posti di lavoro e la loro operatività permetterà di crearne circa 70 per il funzionamento quotidiano e la manutenzione di ogni edificio, cioè un totale di 350 stabili per tutto il datacenter, che “diventerà lo spazio di archiviazione di default per la conservazione dei dati di tutti gli utenti europei di TikTok”, presenti e futuri.
Dall’azienda hanno anche chiarito che i 12 miliardi permettono di coprire varie voci di spesa: le attività nel datacenter in Norvegia e degli altri due datacenter in Irlanda; la collaborazione con la britannica NCC, una società di cybersicurezza indipendente che si occuperà della protezione dei dati degli utenti europei, della verifica delle procedure di gestione degli stessi, di fare controlli periodici sul sito e sull’app di TikTok sempre per verificare che le informazioni delle persone siano al sicuro e non finiscano in mani sbagliate; l’implementazione di non meglio precisate “tecnologie per il potenziamento della privacy”, di nuovo per “rafforzare ulteriormente la protezione dei dati degli utenti”.
Con un occhio alla sostenibilità
Non è tutto, perché una cosa che abbiamo apprezzato durante la nostra visita ad Hamar è anche l’approccio sostenibile con cui questo datacenter è stato progettato e costruito, nel rispetto dell’obiettivo di TikTok di essere carbon neutral entro il 2030.
Una volta completata, la struttura norvegese funzionerà al 100% con energia rinnovabile, sarà il datacenter di TikTok più efficiente dal punto di vista energetico e anche produrrà energia, sotto forma di calore residuo a bassa temperatura (cioè a 25 gradi) che potrà essere utilizzato da altre aziende della zona per ridurre a loro volta il loro impatto sull’ambiente.
Da TikTok hanno ricordato che “oltre 5mila persone lavorano per noi in tutta Europa”, che “la regione è di importanza cruciale per la nostra piattaforma” e che “continueremo a investire a in tecnologia, in collaborazioni e in risorse umane per proteggere la sicurezza della nostra community e dei suoi dati”. Ora non resta che vedere se tutto questo, dal segno concreto e tangibile del gigantesco datacenter in Norvegia ai confortanti numeri dei moderatori umani attivi nei vari Paesi comunitari (il dato arriva dal primo report pubblico imposto dal DSA), basterà a mitigare dubbi e timori dell’UE. La sensazione che abbiamo avuto noi, tornando a casa dopo la visita ad Hamar, è che il social più amato da giovani e giovanissimi dovrebbe essere imitato non solo per le funzionalità che offre ma anche per l’approccio alla risoluzione dei problemi più spinosi.
Fonte : Repubblica