La Corte suprema della Russia ha dichiarato il “movimento sociale internazionale lgbt” estremista e illegale nel paese. La definizione molto ampia e imprecisa, dato che non esiste alcuna organizzazione chiamata “movimento lgbt”, consente alle autorità di compiere arresti indiscriminati con condanne pesantissime (si parte da un minimo di 12 anni di carcere), verso chiunque venga accusato di farne parte. Una grave minaccia alla comunità lgbt del paese, già pesantemente vessata e repressa da Vladimir Putin.
Come riporta l’agenzia stampa statale russa Tass, la decisione della corte è stata fatta entrare in vigore immediatamente, a seguito di una denuncia presentata direttamente dal ministero della Giustizia. Il non esistente “movimento Lgbt” è stato accusato di “segni e manifestazioni estremiste, compreso l’incitamento e al disordine sociale e religioso”.
I precedenti e le leggi
Negli ultimi anni in Russia sono già state etichettate come estremiste e quindi bandite più di cento organizzazioni, tra cui varie Ong per i diritti umani, i testimoni di Geova o le organizzazioni legate al politico di opposizione Alexey Navalny, vittima anche di un avvelenamento da parte dei servizi segreti russi. A questi divieti sono poi seguiti numerosi arresti e la chiusura di ogni spazio di dialogo o riunione e molti attivisti sono stati costretti a fuggire all’estero. In base a quanto riporta Reuters, la decisione della corte contro il “movimento Lgbt” andrà a colpire anche le attività di supporto psicologico o legale e anche qualunque incontro privato è a rischio.
Ma tutto ciò non arriva come una sorpresa, la Russia ha già approvato leggi che vietano la promozione di relazioni sessuali “non tradizionali”, le operazioni per il cambio di sesso o il cambio del genere sui documenti. A seguito della cosiddetta “legge contro la propaganda Lgbt” si può venire arrestati solo per avere una bandiera arcobaleno e lo stesso leader russo, Vladimir Putin, ha definito “tendenze piuttosto strane” i Pride.
Fonte : Wired