Mai così in alto da quindici anni a questa parte: il Financial times stock exchange Milano (Ftse Mib), il principale indice della Borsa italiana, ha raggiunto il 29 novembre quota 29,688,45 punti, un valore registrato l’ultima volta a giugno 2008. Come riporta Il Post, il dato misura e mostra l’andamento delle quaranta aziende più grandi tra quelle quotate a Milano ed è per questo molto rappresentativo della valutazione complessiva delle tendenze e dello stato di salute del mercato finanziario del paese.
La risalita della borsa tricolore è in atto da tempo. Nel 2023 essa ha però toccato vette che l’hanno resa la più in forma tra quelle europee. In particolare, da gennaio a fine novembre il suo valore è aumentato del 24,4%, mentre Parigi si è fermata al 12% e Francoforte al 16%. In questo senso, vicino a quello italiano è stato solo il risultato della Spagna, pari al 22%.
Questi numeri certificano sicuramente una crescente fiducia degli investitori internazionali nei confronti della nostra economia e delle aziende quotate sulla borsa di Milano. A incidere sulla cavalcata di quest’ultima è però anche il fatto che il Ftse Mib comprende più banche rispetto ai listini degli altri paesi europei. I rialzi dei tassi di interesse attuati dalla banca centrale europea negli ultimi mesi hanno permesso agli istituti di guadagnare moltissimo da mutui e prestiti e di influenzare quindi positivamente l’andamento complessivo dell’indice.
Il Ftse Mib è misurato in punti e non in euro. Tale modalità rende più semplici i confronti nel tempo del suo valore, che sarebbero altrimenti falsati dal diverso potere della lira e dello stesso euro nel corso degli anni. Nel dettaglio, il valore base è di diecimila punti, quello assunto all’inizio della serie, nel 1992, quando ancora si chiamava Comit 30. Dietro il valore in punti c’è comunque quello in euro, che definisce il valore totale delle azioni delle quaranta aziende che lo compongono ed è attualmente pari a 620 milioni di euro.
Nonostante il risultato più alto degli ultimi tre lustri, non è tutto oro quello che luccica. Il mercato finanziario italiano soffre infatti per via del numero sempre più basso delle aziende che si quotano e per il delisting di altre. Solo nel 2022 sono state in tutto 23 le aziende a salutare la borsa. Tra esse spiccano Atlantia, Exor e Cattolica Assicurazioni.
Fonte : Wired