Affitti brevi, dal nuovo codice da esibire agli estintori: cosa cambia per chi affitta casa

Ci sono novità per gli affitti brevi, tema su cui l’Unione Europea e il governo Meloni stanno lavorando per regolare il comparto, dominato da piattaforme come Airbnb, Booking o Expedia, ma anche in cui i privati sono parecchio attivi. Oltre al discusso “bonus ritocchini” e al miglioramento del bonus psicologo, nel Dl Anticipi arrivato in commissione Bilancio del Senato sono stati presentati emendamenti sugli affitti brevi e che prevedono nuovi obblighi per i proprietari di case da affittare ai turisti e di conseguenza, nuove sanzioni. Vediamo quali sono e costa sta per cambiare negli affitti brevi.

Le ultime novità per gli affitti brevi: cedolare secca, obblighi e sanzioni

Tra i temi più discussi riguardo gli affitti brevi c’è la cedolare secca, ma l’aumento al 26%, a esclusione della prima casa, si vedrà soltanto con l’approvazione della manovra finanziaria. Nel frattempo, il Decreto anticipi interviene fissando nuovi obblighi per i proprietari di casa che affittano ai turisti. Innanzitutto viene introdotto il Cin, il Codice identificativo nazionale, per gli affitti turistici. Verrà concesso dal Ministero del Turismo e chi ne sarà sprovvisto rischia sanzioni da 800 a 8mila euro. Per la mancata esposizione del Cin le sanzioni vanno da 500 a 5mila euro.

Per chi affitta in forma imprenditoriale, invece, la mancanza di segnalazione certificata di inizio attività – la “Scia” -, è punita con una multa da 2mila a 10mila euro. Previste multe anche per chi non si adegua agli obblighi di sicurezza, che vanno da 600 fino a 6mila euro per le unità immobiliari che non hanno installati dispositivi di rilevazione del gas e del monossido di carbonio ed estintori portatili. Le associazioni di categoria non sono però rimaste soddisfatte delle misure proposte nel Dl anticipi.

Il parere delle associazioni di categoria

Sugli affitti brevi 14 associazioni di categoria (Confedilizia, Fiaip, Prolocatur, Aigab, Confassociazioni RE, PMI, Rescasa Lombardia, Host + Host, Host Italia, Bre-VE, Myguestfriend, OspitaMI, Abbav e F.A.R.E.) in rappresentanza dei proprietari, intermediari e gestori professionali, “accolgono con favore la ricezione della loro proposta in riferimento al Cin (Codice identificativo nazionale), ma manifestano la loro ferma contrarietà a tutte le altre disposizioni ostative che, se introdotte, disincentiveranno – in particolare nelle aree interne e nei borghi – l’investimento immobiliare finalizzato ad un segmento redditizio che negli ultimi anni ha contribuito in maniera decisiva a rendere dinamico il mercato immobiliare nazionale con evidenti benefici per il sistema Paese”.

Le 14 associazioni, tutte coinvolte nel tavolo di confronto sul Ddl Santanchè istituito presso il Ministro del Turismo, fanno riferimento all’emendamento al decreto anticipi che oltre all’introduzione del Cin, contempla tutta una serie di obblighi, vincoli, regole e controlli, tipiche degli alberghi, che “sono – si evidenzia nella nota – palesemente orientati ad ostacolare le locazioni turistiche”.

“L’introduzione di ulteriori vincoli e obblighi a chi affitta per periodi brevi rappresenterebbe un segnale molto negativo per il mercato – commentano all’unisono i rappresentanti delle 14 associazioni di categoria – e soprattutto infliggerebbe un ‘duro colpo’ alla locazione, seppur breve, ma pur sempre locazione, allontanando l’investitore dall’acquisto con tale finalità, il tutto inficiando indebitamente i risparmi delle famiglie italiane accumulati spesso in anni e anni di sacrifici”.

“Ci appelliamo al buon senso della politica nell’eliminare dal testo tali disposizioni fattivamente dannose per la proprietà, per il mercato immobiliare e per l”intera economia – concludono – e che, soprattutto, non risolveranno, ma, al contrario, implementeranno forme di illegalità e di evasione fiscale, oltre a comportare un ulteriore aumento dei prezzi delle camere d’albergo”.

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Fonte : Today