È ormai certo che il 2023 sia l’anno più caldo di sempre e il primo ad aver registrato un aumento delle temperature di 1,4 gradi sopra i livelli pre-industriali. Lo rivela il report provvisorio sullo stato del clima dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), che annuncia il nuovo primato assieme a “un’assordante cacofonia” di record climatici già superati nel corso dell’anno.
“Il 2023 ha infranto tutti i record climatici, accompagnato da fenomeni meteorologici estremi che hanno lasciato una scia di devastazione e disperazione”, si legge nell’incipit del rapporto. I dati fino a ottobre mostrano un aumento delle temperature medie globali di 1,4 gradi celsius, con un aumento di 0,2 gradi rispetto al 2016, quando si era raggiunto il record di temperature precedente. Il vero problema è che il 2024 si prospetta ancora più caldo.
“I livelli di gas serra sono da record. Le temperature globali sono da record. L’innalzamento del livello del mare è da record. Il ghiaccio marino antartico è ai minimi storici”, ha dichiarato a Reuters il segretario generale dell’Omm Peterri Taalas, sottolineando come sia fondamentale che i leader mondiali riescano a eliminare i combustibili fossili il prima possibile per contenere la crisi del clima.
Infatti, un solo anno con temperature aumentate di 1,4 gradi ha portato il ghiaccio marino antartico a livelli minimi di estensione durante l’inverno, pari a 1 milione di chilometri quadrati meno del record precedente, i ghiacciai svizzeri hanno perso il 10% del loro volume e gli incendi in Canada hanno distrutto un’area pari al 5% dei boschi del paese, mai successo prima.
Il prossimo anno, a causa della combinazione tra crisi climatica indotta dalle attività umane e il passaggio del fenomeno climatico naturale El Niño, potremmo facilmente superare anche i famosi 1,5 gradi, ritenuta la soglia massima sopportabile prima di incorrere in una vera catastrofe climatica.
Abbiamo ancora circa una decina d’anni per riuscire a evitare che questo aumento rimanga costante nel tempo o addirittura salga ulteriormente. Tutto dipende dalle politiche di contenimento che metteranno in campo i governi in maniera coordinata e collettiva. Tuttavia, le premesse con cui è iniziata la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, Cop28, non sembrano poter condurre ad azioni incisive, al contrario rischiano di portare a un’ulteriore diffusione dei combustibili fossili.
Fonte : Wired