Almeno 200 persone hanno cercato di fare irruzione nella sede della presidenza della Repubblica, con un camion contenente cani in gabbia. La polizia ha bloccato i dimostranti e impedito il rilascio degli animali. Dietro la protesta il mancato coinvolgimento nella discussione sulla legge che ne vieta il consumo e i risarcimenti ritenuti insufficienti per la chiusura dell’attività.
Seoul (asiaNews) – Almeno 200 agricoli sudcoreani, dediti all’allevamento di cani a scopo alimentare per il consumo umano, sono scesi in piazza oggi a Seoul, nei pressi degli uffici della presidenza della Repubblica. Brandendo cartelli e intonando slogan e canti, i manifestanti hanno chiesto all’esecutivo di bloccare la riforma di legge che intende imporre il bando di una pratica che essi definiscono tradizionale e secolare, quanto controversa.
Decine di allevatori accompagnati da un camion contenente cani chiusi in gabbia hanno cercato di forzare i blocchi e il cordone di sicurezza allestito dalla polizia davanti alla sede istituzionale, per liberare gli animali all’interno dell’edificio. Tuttavia, gli agenti schierati in massa hanno respinto il tentativo dopo aver scoperto il carico contenuto nel mezzo e le gabbie nascoste da coperte.
Di recente il partito di governo del presidente Yoon Suk-yeol ha presentato un disegno di legge per vietare l’allevamento e la vendita di cani da consumo, offrendo un risarcimento finanziario agli operatori del settore costretti a chiudere l’attività entro un periodo di tre anni. Per l’esecutivo è giunto il momento di mettere fine alla controversa pratica del consumo di carne di cane, specificando che in materia vi è pure un ampio sostegno da parte dei rappresentanti dell’opposizione che, al momento, controlla il Parlamento oltre che dell’opinione pubblica.
La carne canina ha fatto parte della cultura culinaria coreana per secoli, soprattutto come ingrediente principale di una zuppa chiamata “bosintang”, che si ritiene doni virilità e abbia effetti benefici sulla salute e tradizionalmente veniva mangiata in quelli che secondo il calendario lunare sono i giorni più caldi dell’anno tra luglio e agosto. Viene anche inserita nel “gaesoju”, una bevanda utilizzata in medicina tradizionale. Tuttavia, nell’ultimo periodo si è fatto sempre più consistente il fronte di cittadini – in particolare fra i giovani – contrari alla pratica.
In un Paese di circa 51 milioni di abitanti, più di sei milioni di famiglie possiedono cani come animali domestici; fra queste vi è anche quella del presidente Yoon che, assieme alla moglie Kim Keon-hee, sono proprietari di sei cani fra i quali uno da guida per non vedenti e uno da salvataggio.
Un sondaggio del 2022 di Gallup Korea mostra che quasi due terzi degli intervistati sono contrari al consumo di carne di cane, e solo l’8% ha dichiarato di averla mangiata nell’ultimo anno, in calo rispetto al 27% del 2015. Ju Yeong-bong, che rappresenta un gruppo industriale e ha guidato la manifestazione odierna, attacca i politici che, a suo dire, non avrebbero il diritto di chiudere un’industria o decidere cosa devono mangiare le persone. “Non siamo d’accordo con il definire barbara questa pratica” ha sottolineato, aggiungendo che in alcuni Paesi “è ancora oggi in uso”.
Fra le ragioni della protesta, il fatto che gli allevatori sarebbero esclusi dalla discussione della legge e l’inadeguatezza dei compensi previsti per le chiusure, ritenuti insufficienti per coprire le spese sostenute e le perdite dovute alla cessazione dell’attività.
Fonte : Asia