Rivolgendosi a braccio ai membri della Commissione teologica internazionale (tra cui sono solo 5 le donne) Francesco ha annunciato che la prossima riunione del Consiglio dei cardinali sarà dedicata alla dimensione femminile nella Chiesa. E parlando dei 1700 anni della professione di fede del Concilio di Nicea che si celebreranno nel 2025 è tornato ad auspicare la celebrazione della Pasqua nello stesso giorno per tutti i cristiani.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “La Chiesa è donna. E se noi non sappiamo capire cos’è la teologia di una donna, mai capiremo cos’è la Chiesa”. Lo ha detto questa mattina papa Francesco rivolgendosi a braccio alla Commissione teologica internazionale ricevuta in udienza in Vaticano. “Ringrazio per quello che fate, la riflessione teologica, è molto importante. Ma c’è qualcosa che non piace a me di voi, scusatemi la sincerità”, ha detto Francesco constatando la presenza su 28 membri (di nomina pontificia) di sole 5 donne.
“Su questo dobbiamo andare avanti – ha aggiunto -. La donna ha una capacità di riflessione teologica diversa da quella che abbiamo noi uomini. Sarà perché io ho studiato tanto la teologia di una donna, Hanna-Barbara Gerl, su Guardini”, ha ricordato. Annunciando che nella prossima riunione con il Consiglio dei 9 cardinali che in rappresentanza di tutti i continenti lo affiancano nel governo della Chiesa “avremo una riflessione sulla dimensione femminile della Chiesa” ha detto anche che “uno dei grandi peccati è stato ‘maschilizzare’ la Chiesa. E questo non si risolve per la via ministeriale, questa è un’altra cosa. Si risolve per la via mistica, per la via reale. A me ha dato tanta luce il pensiero balthasariano: principio petrino e principio mariano. Si può discutere questo, ma i due principi ci sono. È più importante il mariano che il petrino, perché c’è la Chiesa sposa, la Chiesa donna, senza maschilizzarsi”.
“Vi domanderete – ha concluso – dove porta questo discorso? Non soltanto per dirvi che abbiate più donne qui dentro, ma per aiutare a riflettere. La Chiesa donna, la Chiesa sposa. E questo è un compito che vi chiedo, per favore. Smaschilizzare la Chiesa”.
Oltre a queste poche parole pronunciate a braccio, papa Francesco – ancora alle prese con l’infiammazione respiratoria che lo porta a faticare nel parlare e che l’ha costretto a rinunciare al viaggio a Dubai – ha consegnato alla Commissione teologica internazionale un discorso in cui si sottolinea l’importanza della ricorrenza dei 1700 anni dal Concilio di Nicea con la sua professione di fede, che verranno celebrati nel 2025 in concomitanza con il Giubileo.
Per il pontefice riscoprire questo Concilio è importante per tre motivi. Il primo è spirituale: “A Nicea è stata professata la fede in Gesù Figlio unigenito del Padre: Colui che si è fatto uomo per noi e per la nostra salvezza è ‘Dio da Dio, luce da luce’. Non è solo la luce di una conoscenza impensabile, ma è luce che rischiara l’esistenza con l’amore del Padre”. Il secondo è sinodale: “A Nicea si è celebrato il primo Concilio ecumenico, nel quale la Chiesa ha potuto esprimere la sua natura, la sua fede, la sua missione” e ai teologi “è affidata la grande responsabilità di sprigionare la ricchezza di questa meravigliosa energia umanizzante”.
Infine c’è un motivo ecumenico: “Come non richiamare la straordinaria rilevanza di questo anniversario per il cammino verso la piena unità dei cristiani? Non solo, infatti, il Simbolo di Nicea accomuna i discepoli di Gesù, ma proprio nel 2025, provvidenzialmente, la data della celebrazione della Pasqua coinciderà per tutte le denominazioni cristiane. Come sarebbe bello – ha concluso – se segnasse l’avvio concreto di una celebrazione sempre comune della Pasqua”.
Fonte : Asia