Simona Molinari ha pubblicato il nuovo album Hasta Siempre Mercedes, con cui ha reso omaggio a una delle artiste più influenti e simboliche di tutta l’America Latina, Mercedes Sosa. Simona Molinari, che nel 2022 è stata insignita della Targa Tenco come Miglior Interprete per l’album Petali, ha preso spunto dall’opera teatrale El Pelusa y La Negra, una storia cantata di Mercedes Sosa e Diego Maradona, creata dal poeta, drammaturgo, sceneggiatore e regista Cosimo Damiano Damato. Inoltre il venerdì sera è protagonista, in prima serata su Sky Arte, di Luce Social Club.
Simona raccontami la storia dell’album e del tuo primo incontro con Mercedes e della vostra felce sempre verde.
Tutto nasce dall’idea di Cosimo Damiano Damato e dal suo spettacolo su Maradona. Ho accettato perché mi piace il teatro e mi va di mettermi in gioco e ho chiesto di affiancare il progetto a una grande donna. In passato mi ero dedicata a Ella Fitzgerald che si era emancipata col canto, Mercedes ha messo la sua voce al servizio di chi non la aveva, ha lottato per i diritti civili e quando è stata esiliata dalla dittatura ha raccontato quello che stava accadendo in Argentina.
Unire Mercedes e Maradona è una bella sfida ma per te è anche fermare il tempo o meglio chiudere una stagione della tua vita artistica. Ti senti libera di ripartire per un nuovo progetto ora? “Cambia el rumbo el caminante” canti in Todo Cambia.
Cambio in continuazione, tutto cambia ma non cambia il mio amore per il mio popolo e la mia gente diceva Mercedes e io ci aggiungo l’amore per questo mestiere come arte e non come strumento di popolarità. Ho fatto scelte sconvenienti, come lo sono l’arte e anche l’amore in ogni sua forma.
Un poncho rosso su un abito da sera e una chitarra: è così che germoglia il canto delle piante?
E’ una immagine che mi piace. Le piante sanno cantare, non dimenticano quello che sono. Chi custodisce la propria forma canta, si smette solo quando ci si deforma per essere qualcosa che non si è. L’uomo quando smette di essere umano non è più creativo. Il disco è un richiamo all’umanità intesa come fratellanza. Questo il massaggio di Mercedes.
Uno dei brani da te scelti è Volver, che significa ritorno. Mi ha ricordato il Nostos di Ulisse ovvero un infinito ritorno senza mai trovare il porto. Ti senti anche tu alla ricerca di un perenne ritorno, come se fosse un orizzonte raggiunto il quale ce ne è un altro?
Lo vivo come il ritorno inteso come la morte anche interiore: bisogna sentirsi vivi ogni giorno. Volver è svegliarsi con la voglia di innamorarsi della vita ed è la sfida più grande aprire gli occhi col desiderio di vivere e costruire. Serve fatica per riuscirci.
Tornando a Todo Cambia la sola cosa che non cambia è l’amore. Mentre intorno tutto cambia: ti stranisce questa situazione?
Non mi stranisce perché noi siamo fatti di amore. Quello che non deve cambiare è la quantità di amore che possediamo, quando non sai amare e farti amare muori dentro ed è così che arriva la depressione. Custodire l’energia ti fa rimanere in vita. Siamo fatti di questo.
Che resta oggi dell’amore rivoluzionario del Comandante Che Guevara?
Poco perché sono morti ideali e ideologie per il disincanto, nessuno crede a niente, ognuno pensa coltivare il suo orto per sopravvivere. E’ rimasto poco per quello che vediamo sui social, ma girando l’Italia e all’estero la realtà è diversa. C’è gente che ha voglia di credere, ma serve qualcuno che se ne faccia carico e negli ultimi anni non ho visto figure all’altezza.
Nu fil’ e voce ti porta alla tua lingua d’origine, il napoletano: un titolo simbolico per altro nella stagione in cui tutti urlano. La libertà che gira nell’aria è un filo di voce, un sussurro?
E’ un sussurro perché è ascoltato da chi è interessato. Tutti urlano per fare baccano e ottenere attenzione ma chi sa ascoltare in maniera diversa mostra il vero interesse.
Gracias a la Vida: come ci si approccia a un brano così iconico? “Y el canto de ustedes que es mi propio canto” è un messaggio universale. La musica è cura? Lo conferma anche Solo le Pido a Dios: nella sua drammaturgia melanconica è una canzone di libertà.
E’ un canto di libertà e responsabilità. Chiedo a Dio che ingiustizia, inganni e guerra non mi siano indifferenti, il rischio è che io non creda più a niente, c’è il concetto del farmi male per poter combattere. Ci si approccia alla vita con tanta verità: quando ho letto i testi di Mercedes li trovati super moderni e super reali ed ecco perché ho fatto il disco, le sue sono parole vere che sento. Il brano fu scritto da Violeta Parra un anno prima di suicidarsi e accende molti interrogativi. Era aggrappata a tutto: nasciamo felici e poi ci complichiamo la vita per l’ego umano, dobbiamo tornare alle cose semplici.
Ascoltando il tuo Caruso ho avuto la sensazione che questo sia l’album dove hai usato tutte le sfumature della tua voce: hai anche tu questa percezione?
Sì, il lavoro fatto sulla mia voce negli ultimi anni è diverso rispetto ai primi anni della mia carriera, ho esplorato tutte le sfumature della voce che è diventata uno strumento per raccontare emozioni e non un qualcosa di virtuoso.
Quando alzi gli occhi al cielo ti capita spesso di vedere le stelle gelose di El Dia che me Quieras? Per altro, tornando alla domanda precedente, in questo brano la tua voce ha una estensione da soprano!
Qui mi sono divertita come cantante, è un brano classico, uno standard e anche in passato li ho trattati così. Il Caruso di Lucio Dalla è pathos e io lo rendo con un filo di voce e non con grandi estensioni. Qui faccio la cantante, in alcuni brani mi sento cantante, altri comunicatrice, in altri ancora autrice, in ognuno sazio una mia anima artistica. Anche per questo nello spettacolo mi diverto!
“Uno vuelve siempre a los viejos sitios donde amó la vida”: c’è un luogo speciale dove ami tornare?
Ci sono dei momenti quando chiudo gli occhi che mi carico di emozione. Il periodo pre-Sanremo è stato bellissmo, come sono stati splendidi i primi anni della vita figlia e confido in tanti altri che arriveranno.
Nel 2024 compie 15 anni Egocentrica, il tuo primo album: lo festeggerai?
Non si trovano i primi due album, quindi Egocentrica e Croce e Delizia uscito nel 2006. Potrei pensare a una ristampa o a una nuova registrazione su vinile per raccontare come li vedo oggi quei brani.
Prima di Mercedes nella tua storia c’è stata Ella Fitzgerald. Stai pensando a una nuova sfida? Le chiamo sfide perché dare anima a figure iconiche è una vera sfida.
Ce ne sono più di una ma da sempre e sempre donne. Quelle italiane sono ancora in vita. Prima o poi mi piacerebbe fare qualcosa sulla Callas, raccontandola a modo mio.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Sia lo spettacolo El Pelusa y La Negra che i miei concerti proseguono e poi vado in studio per un album di inediti. Inoltre sarò a Luce Social Club, su Sky Arte, ogni venerdì sera in prima serata: oltre a cantare chiacchiero gli ospiti musicali.
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Fonte : Sky Tg24