Da quando si è iniziato a parlare di intelligenza artificiale, si è capito subito un dato di fatto: il futuro è già cominciato. Se ne ha conferma giorno dopo giorno, con notizie e novità che fanno capire quali siano le reali potenzialità di questa tecnologia. Una delle ultime in ordine temporale ha a che fare con uno dei nostri sensi, l’olfatto.
Secondo quanto emerso da una ricerca pubblicata nella rivista specializzata “Nature”, l’AI sarà presto in grado di descrivere nel dettaglio ogni odore partendo semplicemente dalle strutture molecolari. Come è possibile? Le conclusioni di questo studio non possono che lasciare stupefatti.
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Come è stata sfruttata l’intelligenza artificiale
In poche parole, l’intelligenza artificiale ha la capacità di intuire un odore come potrebbe fare l’olfatto umano. La ricerca è stata condotta dagli esperti di una startup, Osmo, che ha sede negli Stati Uniti, più precisamente a Cambridge (Massachusetts). Si tratta di una realtà aziendale che è nata di recente dalla divisione Google Research.
Il team di ricercatori ha dato vita a un sistema particolare, una rete neurale che assegna parole utili per una descrizione a un odore. All’AI è stato chiesto espressamente di definire con dei termini appositi l’aroma di 5mila odori, dopo averne approfondito la struttura chimica ovviamente. La tecnologia si è quindi data da fare, apprendendo ben presto le varie caratteristiche degli odori e andando oltre il compito che le era stato assegnato, visto che ha intuito quale potrebbe essere la forza di un odorante.
È stata una vera e propria sfida, visto che l’AI è stata messa a confronto con gli umani, senza sfigurare. Il sistema creato da Osmo ha individuato 250 correlazioni tra i modelli della struttura di una sostanza chimica e un odore specifico, poi queste correlazioni sono state combinate con una mappa degli odori principali. Qualche lacuna da colmare, comunque, c’è ancora.
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Le prospettive future
I risultati registrati dai ricercatori americani e pubblicati su “Nature” sono senza dubbio sorprendenti e degni di nota, ma c’è chi ha fatto notare come manchino delle spiegazioni sulla biologia vera e propria dell’olfatto. In pratica, non è chiaro come le molecole vadano a interagire con i recettori degli odori del nostro naso. Ecco perché la ricerca dovrà essere interessata da un passaggio ulteriore, così da gettare luce su questi dubbi.
In realtà non sarà semplice, visto che in appena 100 molecole si possono “annidare” ben 17 trilioni di variazioni di odori, un numero sconfinato anche per il computer più sofisticato del mondo. Le prospettive sono però interessanti. Il fatto che l’intelligenza artificiale possa svolgere le stesse funzioni dell’olfatto umano viene considerato utile dal punto di vista industriale. Visto che le descrizioni di aromi e odori sono molto simili a quelle degli annusatori in carne e ossa, in futuro si potrebbero progettare dei profumi sintetici capaci di mettere a disposizione informazioni davvero preziose. Osmo vorrebbe inoltre costruire un apposito sensore per convertire ogni odore in un segnale digitale: un’attività di questo tipo potrebbe richiedere parecchi anni per la sua realizzazione, ma di sicuro alla startup americana non manca l’ambizione.
Fonte : Today