Ponte sullo Stretto, critiche a Report da un profilo social “indipendente” legato alla società che ha l’appalto dell’opera
Report si difende con una sorta di inchiesta sulla controinchiesta. Dopo essere stato accusato di aver raccontato “inesattezze” riguardo diverse criticità del progetto del Ponte di Messina, il programma di Rai 3 condotto da Sigfrido Ranucci ha scavato per scoprire chi si nasconde dietro le accuse.
“Dopo la nostra inchiesta relativa al Ponte sullo Stretto in un profilo Facebook chiamato ‘Ponte sullo Stretto di Messina’ è comparso un post dal titolo ‘La disinformazione di Report’”, si legge sui profili social del programma condotta da Sigfrido Ranucci, come riporta il Fatto Quotidiano.
Il post smaschererebbe, secondo gli autori, “tutte le inesattezze” dell’inchiesta andata in onda su Rai Tre. “Ebbene Report non ha nulla da temere da un confronto sui contenuti e ha risposto punto per punto alle critiche. Ma avendo il vizio innato di indagare abbiamo scoperto che questo profilo che si presenta come pagina indipendente di divulgazione, indipendente non lo è”, è l’accusa di Report.
Che ripercorre quanto ha scoperto: “Il post contro Report è stato inviato a moltissime redazioni giornalistiche e testate online da Francesca Bronzi che, come potete vedere dagli allegati, risulta essere senior account della società Sec Newgate, gruppo globale di comunicazione strategica e advocacy
Francesca Bronzi, continua Report nella sua ricostruzione, come riporta il Fatto Quotidiano, “dalle mail allegate risulta occuparsi anche della comunicazione di WeBuild”, cioè la società di costruzioni di Pietro Salini che ha la maggioranza delle quote di Eurolink, il consorzio che deve costruire il ponte sullo Stretto.
“È come dire all’oste come è il vino. Solo che l’oste e Report, quando fa inchieste si presenta con la propria faccia. WeBuild con la faccia di Bronzi”, conclude Report che ha anche risposto punto per punto alle critiche ricevute dalla pagina “indipendente”.
Ma WeBuild è anche al centro di uno scontro politico. Come ha ricostruito Affaritaliani.it in un articolo del 27 novembre, nell’intervista del Corriere della Sera di domenica il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha scatenato la bufera per le dichiarazioni polemiche contro la magistratura, aveva anche alluso ai rischi di ritardo per una grande azienda (di cui non faceva il nome) nelle opere legate al Pnrr. Quell’azienda è proprio WeBuild.
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Fonte : Affari Italiani