Ogni cittadino italiano è responsabile del rifiuto o della perdita di una media di 146 kg di cibo all’anno, con un costo individuale di 385 euro, per un costo totale di 22,8 miliardi di euro all’anno. Questo spreco alimentare ha generato un’impressionante quantità di emissioni di CO2, con una media di circa 0,40 kg per persona.
Tali dati emergono dallo studio condotto dal Centro Studi Divulga, intitolato “Spreco e fame,” pubblicato in occasione della Giornata Internazionale. Secondo i dati elaborati da Divulga utilizzando le statistiche Eurostat, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa per il quantitativo di cibo gettato o perso ogni anno, preceduta solo dalla Germania (con 10,9 milioni di tonnellate) e seguita dalla Francia (con 9 milioni di tonnellate), Spagna (4,26 milioni di tonnellate) e Polonia (4 milioni di tonnellate). Insieme, questi cinque paesi rappresentano il 63% del totale di quasi 59 milioni di tonnellate di cibo sprecato in tutta l’Unione Europea.
Nel contesto italiano, la maggior parte degli sprechi avviene nelle famiglie, contribuendo al 73% del totale (circa 107 kg pro-capite), seguita da produzione, trasformazione e commercializzazione (21%, con 30 kg pro-capite), nonché da distribuzione e ristorazione (6%, con 9 kg pro-capite).
Il Centro Studi Divulga ha anche calcolato che ben il 79% delle perdite economiche, pari a 17,92 miliardi di euro, si verifica all’interno delle abitazioni, mentre il rimanente 21% è suddiviso tra la produzione primaria (11%, corrispondente a 2,4 miliardi di euro), l’industria alimentare (4%, con 960 milioni di euro), la distribuzione (4%, con 970 milioni di euro) e i servizi di ristorazione (2%, con 550 milioni di euro).
L’Italia, con un costo per abitante superiore al 15,6% rispetto alla media europea, che si attesta a 333 euro per persona, si classifica al quinto posto tra i paesi con i maggiori impatti economici negativi. La classifica è guidata dal Belgio (552 euro pro capite), Danimarca (518 euro), Portogallo (506 euro) e Grecia (475 euro), mentre Slovenia (188 euro), Croazia (189 euro) e Bulgaria (191 euro) registrano perdite inferiori. In totale, nell’Unione Europea, il fenomeno degli sprechi alimentari comporta un costo di circa 148,7 miliardi di euro, di cui oltre 33,7 miliardi derivano dal settore della produzione agroalimentare e 88,5 miliardi dai consumi delle famiglie.
Fonte : Sky Tg24