Sono sempre di più i segnali che smentiscono che l’Antartide non sia interessato dal cambiamento climatico di origine antropica. Tra quelli più evidenti c’è sicuramente l’incremento delle temperature e i livelli di ghiaccio marino ai minimi storici. Ma uno degli indizi più recenti e sorprendenti è il costante aumento delle aree verdi, nelle quali è possibile osservare sempre più piante vascolari che crescono a un ritmo preoccupante. Un prato fiorito non è la prima immagine che salta alla mente quando si pensa all’Antartide, ma il riscaldamento globale potrebbe renderla sempre più frequente. Un nuovo studio condotto da scienziati del Dipartimento di Scienze dell’Atmosfera dell’Università di Washington e di Seattle ha fatto emergere l’impatto delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas climalteranti nell’aumento delle temperature in Antartide.
Una vera esplosione floreale
Uno studio pubblicato su Current Biology e focalizzato su Signy Island, una delle Orcadi Meridionali, dimostra come negli ultimi sessant’anni, nell’isola ci sia stata una vera e propria esplosione floreale, che ha accelerato in maniera decisiva nell’ultimo decennio. Lo studio si è concentrato in particolare su due piante, Colobanthus quitensis e Deschampsia antarctica, che sono le uniche angiosperme (cioè piante “superiori”, che producono fiori e frutti) presenti in Antartide.
L’Antartide adesso è più vulnerabile
Ovviamente questo è un problema, non solo per quello che rivela sul clima del pianeta, ma anche perché un Antartide più verde è anche più vulnerabile all’invasione di specie aliene. Il fattore decisivo per l’esplosione floreale è dato dal declino della popolazione di otarie dell’isola, dovuto probabilmente a un calo della disponibilità di cibo nelle acque circostanti: le otarie calpestano le piante, che senza di loro possono crescere indisturbate. Inoltre dal 1960 fino al 2009, le temperature estive nell’isola di Signy sono aumentate di circa 0,02 °C all’anno: più caldo significa meno ghiaccio e più suolo a disposizione per le due piante.
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L’ingresso di specie aliene
Secondo gli scienziati quello che sta succedendo su Signy è indicativo di un trend che coinvolge l’intera regione, e che potrebbe portare a cambiamenti radicali nell’acidità del suolo e nelle popolazioni di funghi e batteri che ci abitano, e alla degradazione del permafrost: tutti eventi che, a cascata, potrebbero avere conseguenze non solo sull’Antartide ma su tutti gli ecosistemi terrestri. Infine il ritiro dei ghiacci e il rinverdimento del continente antartico portano con loro anche un altro rischio, cioè quello dell’ingresso di specie aliene: già nel 2018 l’isola ha avuto un antipasto di invasione, con l’arrivo della fienarola annuale.
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Fonte : Sky Tg24