Avrebbero dovuto vederlo per la prima volta, a 18 giorni di distanza da quel maledetto sabato, ma “non sono ancora pronti”. È saltato l’incontro previsto per oggi nel carcere di Montorio, a Verona, fra Filippo Turetta e i suoi genitori. L’avvocato Giovanni Caruso, difensore del ragazzo accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha comunicato stamattina alla direzione dell’istituto penitenziario che i due non si sarebbero presentati: la coppia ha preferito prendere altro tempo per affrontare il momento in condizioni più serene e, ha spiegato il legale, bisognerà preparare, con un supporto psicologico, il giovane e i genitori al primo incontro.
Il colloquio con i genitori, Nicola ed Elisabetta, era stato autorizzato dal pm, ma evidentemente i familiari di Filippo Turetta hanno preferito prendere altro tempo per prepararsi al primo faccia a faccia con il figlio dopo l’omicidio di Giulia. Non lo vedono di persona da sabato 11 novembre, quando uscì di casa come in un giorno normale.
Il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di Padova, intanto, ha stabilito che i funerali di Giulia Cecchettin non si svolgeranno sicuramente sabato nella basilica di Santa Giustina: la data delle esequie, la prossima settimana, sarà decisa dal padre della 22enne. Al momento Filippo Turetta è detenuto nel reparto infermeria e ieri durante l’interrogatorio di garanzia ha ammesso l’omicidio dell’ex fidanzata. Il primo dicembre a Padova è prevista l’autopsia sul corpo della giovane.
L’interrogatorio di Filippo Turetta
Nell’interrogatorio davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo, Turetta si è detto pentito, pronto a scontare la pena per ciò che ha fatto, pur non citando mai il nome della sua ex fidanzata e lasciando intendere che potrebbe avere avuto una sorta di blackout mentale, ma ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. L’avvocato Giovanni Caruso, dopo circa due ore di colloquio con Turetta seguito all’interrogatorio, ha annunciato però che il giovane in quei pochi minuti ha comunque “ritenuto doveroso rendere dichiarazioni spontanee con le quali ha sostanzialmente confermato le ammissioni fatte alla polizia tedesca”.
Quando era stato arrestato vicino a Lipsia, in Germania, fermo in strada con la sua auto senza benzina, aveva detto di aver ucciso Giulia, chiamandola ancora “fidanzata”, di aver vagato per una settimana tentando anche di uccidersi, ma di non aver avuto il coraggio. “Sono affranto e dispiaciuto per la tragedia che ho causato – ha spiegato, come si legge nelle dichiarazioni -. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro”.
L’ipotesi di una perizia psichiatrica
C’è un riferimento, quindi, a qualcosa di irrazionale che potrebbe essere “scattato”. E ciò potrebbe essere approfondito con una perizia psichiatrica, anche se al momento un’istanza in questo senso non è stata presentata. Secondo le ultime indiscrezioni, sarà molto difficile per i suoi legali, in questa fase del procedimento, con le indagini ancora in corso, ottenere che venga disposta una perizia psichiatrica per accertare l’eventuale incapacità, anche parziale, di intendere e volere al momento dei fatti. Non è un caso che nessuna istanza in tal senso sia stata depositata dalla difesa al gip.
Per Turetta non risultano diagnosi pregresse di alcun tipo di problemi mentali. E anche sulla base delle prime valutazioni psicologiche e psichiatriche in carcere è improbabile che possa essere accettata in questa fase un’istanza della difesa per valutare se il ragazzo fosse capace, anche parzialmente, di intendere e volere al momento dei fatti. Una perizia potrebbe avvenire in una fase più avanzata del procedimento, per esempio con una consulenza di parte affidata ad esperti.
L’autopsia e i funerali di Giulia
Sono diversi i fronti da approfondire, dalla sospetta premeditazione fino agli oggetti, come un libro per l’infanzia, trovati vicino al corpo della studentessa veneta. Lo faranno le indagini, se Turetta non vorrà prima spiegare come sono andate le cose. Sulle coltellate, almeno una ventina in tutto, e sulle altre ferite, una anche alla testa, forse causata dalla spinta che l’ha fatta cadere su un marciapiede, potrà dare risposte l’autopsia fissata per l’1 dicembre. Intanto, il legale di Elena, sorella di Giulia, l’avvocato Nicodemo Gentile, chiede che il ragazzo venga accusato anche di stalking, perché ha “dimostrato di essere un molestatore assillante”, con “fame di possesso” e un “uso padronale del rapporto”, anche con “chiamate e messaggi incessanti”. L’omicidio gli è servito, conclude, per “gratificare la sua volontà persecutoria”.
L’ultimo saluto a Giulia Cecchettin si svolgerà a Padova, nella basilica di Santa Giustina, dopo l’autopsia. Esclusa la prima domenica d’avvento, il 3 dicembre, la data più probabile potrebbe essere lunedì 4 dicembre. La macchina organizzativa da mettere in piedi è imponente, tenendo conto che saranno migliaia le persone, non solo dal Veneto, che vorranno stringersi accanto alla famiglia Cecchettin. Per questo sin da subito era stata esclusa l’ipotesi che la cerimonia si svolgesse a Vigonovo (Venezia), dove abitano i Cecchettin e i loro parenti: inimmaginabile che le esequie, che saranno officiate dal vescovo Claudio Cipolla, potessero tenersi nella piccola chiesa cittadina.
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha già indetto il lutto regionale per l’ultimo saluto alla giovane. Il corpo di Giulia sarà poi portato nel cimitero di Saonara (Padova) e sepolto accanto a quello della madre, morta un anno fa.
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Fonte : Today