I genitori che gridano ai propri bambini o li chiamano “stupidi” espongono i propri figli al rischio di autolesionismo, uso di droghe e di finire in prigione. È quello che sostiene una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Child Abuse & Neglect. Secondo gli esperti, parlare duramente ai bambini dovrebbe essere riconosciuto come una forma di abuso a causa degli enormi danni che provoca. Gli scienziati affermano che “urla, denigrazione del bambino e minacce verbali possono essere altrettanto dannosi per lo sviluppo di un bambino quanto altri sottotipi di maltrattamenti attualmente riconosciuti e stabiliti dalla medicina legale, come l’abuso fisico e sessuale infantile”.
Il sondaggio nel Regno Unito
La professoressa Shanta R Dube, esperta americana di abusi sui minori e coautrice dello studio, ha dichiarato: “Spesso gli adulti non sono consapevoli di come il loro tono di grido e le parole critiche, come ‘stupido’ e ‘pigro’, possano avere un impatto negativo sui bambini”. Da un recente sondaggio condotto nel Regno Unito su 1.000 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni è emerso che il 41% ha affermato che gli adulti – principalmente genitori, tutori, insegnanti e genitori di amici – usavano spesso parole offensive e sconvolgenti per incolparli, insultarli o criticarli. La metà (51%) ha affermato di aver sperimentato questo comportamento settimanalmente e uno su 10 ha affermato di averlo riscontrato quotidianamente.
I risulrati della ricerca
Il professor Peter Fonagy, coautore dello studio, capo della divisione di psicologia e scienze del linguaggio presso l’University College di Londra (UCL) e amministratore delegato del centro Anna Freud, ha dichiarato: “Sappiamo letteralmente da centinaia di studi che l’esposizione all’abuso verbale colpisce profondamente i bambini ed è associata a persistente disagio psicologico, complesse difficoltà emotive e relazionali, disturbi fisici e mentali, maggiore probabilità di ricreare situazioni di abuso nelle loro vite, ad esempio trovare un partner che abusa di loro, così come ritrovarsi a ripetere l’abuso con altri”.
Gli effetti nel tempo
Secondo Fonagy “l’uso delle parole per intimidire, vergognare e controllare può sembrare meno dannoso di una minaccia fisica, ma gli stessi rischi accompagnano questo uso improprio del linguaggio: bassa autostima, aumento dell’uso di nicotina, alcol e sostanze, aumento del rischio di ansia, depressione [e] persino disturbi psicotici”.
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Fonte : Sky Tg24