È un momento che arriva nella vita di ogni genitore, e che arriva sempre prima. È il momento in cui si decide di dare al proprio figlio o figlia il suo primo smartphone. Ed è un momento delicato, non fosse altro che per il fatto che la tecnologia dà grandi possibilità ma anche espone a grandi rischi, cui i più giovani non sempre sono pronti.
Basandoci sulla nostra esperienza, in questa guida spieghiamo come configurare uno smartphone Android che sia adatto a una persona under 14, cioè che consenta di sfruttarlo senza correre pericoli inutili.
Il commento
Come fare, con l’aiuto di Google
Per riuscirci, abbiamo deciso di usare Family Link, l’app di Google che consente appunto ai genitori di supervisionare l’uso dello smartphone di un figlio (e che nel 2019 fu oggetto di review bombing da parte dei ragazzini che si sentivano spiati).
Se lo smartphone scelto è di seconda mano, è necessario assicurarsi che non siano presenti vecchi profili Google: meglio cancellare tutti i dati e procedere con un ripristino (ovviamente non necessario se il dispositivo è nuovo). Direttamente dal telefono, si può quindi procedere alla creazione di un profilo nel corso della prima configurazione, anche specificando che il dispositivo sarà usato da un minorenne: una volta inserita la data di nascita, verrà chiesta un’ulteriore conferma, comunicato che le impostazioni principali saranno adattate di conseguenza e chiesto di scegliere l’account Google di un genitore (o comunque di un supervisore adulto).
È importante ricordare che l’indirizzo di posta su Gmail potrà essere usato a lungo nel corso degli anni, anche quando la persona per cui lo si sta creando diventerà grande, maggiorenne e si affaccerà sul mondo del lavoro: sarebbe meglio puntare su una combinazione di nome e cognome (se disponibili) invece di nickname che in futuro potrebbero creare imbarazzo.
Da lì in poi, la procedura guidata è relativamente semplice, ed è necessario:
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indicare la fascia d’età del minore per stabilire a quali app del Play Store, contenuti, risultati di ricerca e video di YouTube avrà accesso;
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eventualmente bloccare e rendere invisibili alcune app presenti sullo smartphone;
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decidere se il minore potrà o meno intervenire su queste impostazioni;
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stabilire per quanto a lungo verrà conservata la sua cronologia di navigazione.
Soprattutto si dovranno indicare gli orari di utilizzo: da che ora a che ora lo smartphone sarà accessibile (sia nei giorni di scuola sia nei weekend) e per quante ore al giorno lo sarà (di nuovo, sia nei giorni di scuola sia nei weekend). Dare un limite di ore quotidiane è importante, perché il problema (che è un problema che hanno pure gli adulti) è quello di finire rapiti dal telefonino e trascurare tutto il resto. Soprattutto all’inizio.
Fatto questo, si può completare la configurazione, scegliere un operatore telefonico, dare lo smartphone al proprio figlio o figlia e installare l’app Family Link anche sul proprio smartphone (e su quello dell’altro genitore, eventualmente), che servirà come strumento di controllo e supervisione. Dovrebbe funzionare tutto correttamente, anche se noi abbiamo avuto problemi con Chrome (risolti parzialmente installando Firefox): per evitarli, il consiglio di Google Italia è di cliccare su un qualsiasi link in fase di configurazione, prima del suo completamento.
Come bloccare i siti indesiderati
Proprio sulla navigazione online è necessario qualche accorgimento in più: dalla pagina iniziale di Family Link si può cliccare su Limitazioni dei contenuti per decidere che cosa il minore può vedere oppure no e se filtrare i risultati di ricerca su Google. Ci si ci si può affidare al filtro automatico dell’app, cui eventualmente affiancare un’ulteriore lista di siti bloccati: per farlo si clicca su Chrome, poi si scorre sino a 0 siti bloccati (perché all’inizio saranno 0) e si tocca l’icona con la freccia. Si arriverà alla sezione mostrata nell’immagine in cima a questa pagina, dove si possono inserire a mano gli indirizzi di tutti i siti che si vuole rendere inaccessibili.
Come funziona Family Link nell’uso di tutti i giorni
Una cosa da capire subito è che tutte le impostazioni possono essere cambiate in un secondo momento, dalla fascia d’età all’ora in cui spegnere e andare a dormire, sino alle app autorizzate e ai limiti di tempo. E anche va sottolineato che si parla di tempo effettivo: se si concedono 4 ore al giorno, il timer conterà solo le ore di reale uso dello smartphone, non anche il periodo di standby. Insomma: se il telefono viene acceso alle 8 e non utilizzato per 5 ore, alle 13 le 4 ore del nostro esempio saranno ancora tutte disponibili. In ogni caso, almeno sino all’ora di andare a dormire, il telefono può comunque effettuare e ricevere chiamate, a prescindere da quanto a lungo sia stata utilizzato.
Il genitore non può vedere da remoto quello che succede sullo smartphone del figlio, però può:
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sapere quali app vengono installate (e anche stabilire che gli venga chiesto il permesso prima di ogni installazione);
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quali sono quelle più usate e quanto a lungo;
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conoscere la posizione in tempo reale del dispositivo
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farlo squillare
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bloccarlo.
Nella pratica, questo si tradurrà in un dialogo (anche a distanza) fra genitori e figli che dovrebbe portare a negoziare un corretto uso dello smartphone, estendendo o restringendo i limiti a seconda delle necessità, delle situazioni e anche della maturità e della competenza dimostrate dal minorenne. Lo scopo è trovare un equilibrio, che porti gli under 14 a muoversi con maggiore consapevolezza nel mondo digitale, sino a quando saranno autonomi e potranno disinstallare Family Link. Cosa che mentre sono supervisionati, non possono ovviamente fare.
Fonte : Repubblica