Come fare per valorizzare un’area verde, uno spazio abbandonato, il cortile di una scuola o per promuovere una festa popolare senza finire fagocitato dalla burocrazia? Bisogna attivare “un patto di collaborazione”: uno strumento che l’amministrazione comunale, da qualche mese, mette a disposizione dei cittadini. Sono pochi, però, quelli a conoscenza di questa opzione. Così pochi che, la stessa amministrazione, ha deciso di “correre ai ripari”.
Prende il via il ciclo di incontri
Dal 29 novembre, presso l’aula magna dell’istituto superiore Donato Bramante, in via della Cecchina, prende avvio una sorta di “tour” destinato alla “promozione e formazione sul funzionamento del regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni”. Beni comuni che possono essere sia materiali, come le aiuole o i campetti di pallone dimenticati, che immateriali, come ad esempio è la festa di un patrono o una particolare commemorazione.
“Roma è il nostro bene comune per eccellenza e attraverso il regolamento dell’amministrazione condivisa dei beni comuni, discipliniamo il perimetro e le modalità di quel vastissimo insieme di attività realizzate volontariamente a tutela e cura dei beni comuni, rinsaldando l’idea base del patto come strumento proficuo di collaborazione tra le istituzioni e le cittadine e i cittadini singoli e associati.” ha spiegato Andrea Catarci, assessore al decentramento, alla partecipazione ed ai servizi al territorio di Roma Capitale.
Dopo la tappa in terzo municipio, il “tour” prosegue coinvolgendo il municipio X, con l’appuntamento del 6 dicembre in largo del Capelvenere 13, ad Acilia, un luogo che si presta bene, per lo stato di abbandono generale, a far capire quanto l’amministrazione cittadina abbia bisogno del supporto dei cittadini nella gestione dei “beni comuni”. Il 7 dicembre invece è previsto un incontro in municipio XII la cui sede, al momento, non è stata comunicata.
La gestione condivisa dei beni comuni
Tutti questi appuntamenti ha precisato Catarci rappresentano “un canale di informazione e promozione per approfondire le modalità di utilizzo dei patti di collaborazione, strumento centrale per dare corpo alle tante iniziative di cura e rigenerazione sul territorio”. In questo senso potranno essere portati a testimonianza i patti già sottoscritti a Roma e soprattutto quelli già in essere nelle altre città. La capitale si è infatti dotata in ritardo d’un regolamento sui beni comuni che, in forme diverse, esiste già in 250 comuni. D’altra parte era dal 2018 che i cittadini romani lo stavano chiedendo, anche attraverso la promozione d’una delibera d’iniziativa consiliare più volte passata al vaglio dell’assemblea capitolina, senza successo.
“Finalmente anche Roma Capitale si è dotata di un Regolamento che ormai da anni altre città italiane usano con ottimi risultati, coinvolgendo i cittadini nella cura di spazi pubblici, aree verdi, parchi, scuole, beni culturali e tanti altri beni comuni materiali e immateriali, migliorando così la qualità della vita di tutti” ha commentato Gregorio Arena, fondatore di Labsus la realtà che sta affiancando l’assessorato alla partecipazione nel ciclo di incontri dedicati ai patti di collaborazione. Ora si tratta di far conoscere ai romani come usare questo strumento che si basa sulla sussidiarietà e che consente a chi ne fa ricorso, di poter usufruire di alcune agevolazioni, come ad esempio l’esenzione dal pagamento dell’occupazione di suolo pubblico.
Fonte : Roma Today