Google Pixel Watch 2, la prova: un po’ personal trainer e un po’ mental coach

Maggiore autonomia, nuovo software, un nuovo processore e tante funzionalità legate al fitness e alla salute: il Google Pixel Watch 2 è in vendita anche in Italia e sulla carta ha fatto decisi passi avanti rispetto alla versione precedente, che nel nostro Paese non era disponibile attraverso i canali ufficiali.

Lo abbiamo provato per un paio di settimane, sia di giorno sia di notte (prevalentemente dormendo) e qui raccontiamo com’è andata, che cosa ci è piaciuto e che cosa avremmo voluto che fosse fatto meglio.

Google Pixel Watch 2, le caratteristiche tecniche

Lo smartwatch di Mountain View ha un display Amoled da 1.2” che abbiamo trovato bello da vedere, ben leggibile e luminoso il giusto (anche all’aperto) ma forse un po’ piccolo: una versione da 1.4” o 1.5” sarebbe stata gradita e forse più fruibile per un pubblico più ampio. L’orologio ci è sembrato solido, ben fatto, curato e non pesante. Un consiglio, però: se lo comprate, comprate anche uno dei cinturini di tessuto e sostituite quello che si trova in confezione. Noi abbiamo fatto così, sono altri 59 euro da spendere oltre ai 399 del dispositivo (sì, sono tanti soldi) ma cambiano radicalmente l’esperienza d’uso e la rendono molto, molto più confortevole. Ma molto davvero.

Il processore è il buon Qualcomm Snapdragon Wear 5100, un bel miglioramento rispetto a quello dell’anno scorso, abbinato al nuovo sistema operativo Wear OS 4.0, che fa sì che l’orologio sia una sorta di copia in miniatura dello smartphone: ci sono le versioni wearable di praticamente tutte le app, si può rispondere alle chiamate dallo smartwatch (anche parlando attraverso lo smartwatch), si possono registrare i vocali di WhatsApp e anche dettare testo che verrà poi trascritto. E quando si va a dormire si può sincronizzare la modalità Non disturbare fra orologio e telefono, che con la precedente versione del software non si poteva fare ed è parecchio comodo.

La batteria è da 306 mAh, è piccola ma l’abbiamo trovata efficiente e ben ottimizzata: le 24 ore di autonomia promesse da Google, anche con schermo sempre attivo, le abbiamo raggiunte praticamente sempre e a volte addirittura superate, riuscendo a coniugare l’uso diurno con il monitoraggio del sonno e ricaricando il dispositivo appena svegli. Ovviamente, tutto è più facile se si fa un uso moderato delle opzioni legate al fitness e al tracciamento della posizione.

Il Google Pixel Watch 2 nell’uso di tutti i giorni

Sì, perché ormai gli smartwatch non servono solo per ricevere le notifiche del telefono, avvertire di qualcosa in maniera discreta o informare sull’ora (che il Pixel Watch 2 ovviamente fa e fa bene), ma anche e soprattutto per fare un po’ da personal trainer e un po’ da mental coach. Che sono altre due cose che il Pixel Watch 2 fa molto bene, a volte pure troppo bene.

Tutto passa attraverso i vari sensori del dispositivo (battito cardiaco, ossigenazione del sangue, elettrocardiogramma, temperatura e sudorazione) che sono in grado di riconoscere e monitorare decine e decine di attività sportive, anche in maniera automatica. Noi l’abbiamo verificato con la bicicletta (questa bicicletta), qualche breve corsa e qualche lunga camminata, e abbiamo trovato tutto preciso e ricco di misurazioni e informazioni.

Tantissimi dati che vengono raccolti nell’app Fitbit, che ormai da anni è di proprietà di Google e offre un quadro davvero ampio sia delle proprie attività sia del proprio stato di salute. Davvero ampio, ma c’è un ma: alcune delle funzionalità più evolute stanno dietro un paywall e serve un abbonamento da 8,99 euro al mese per sbloccarle. Comprando un Pixel Watch 2 si hanno 6 mesi gratis, ma visto il prezzo dello smartwatch ci saremmo onestamente aspettati che l’accesso al servizio fosse gratuito per sempre. Lo diciamo soprattutto perché l’app è molto curata e ricca, facile da usare, con consigli sugli esercizi da fare, su come migliorare il sonno, su come rilassarsi e meditare: un uso corretto potrebbe davvero avere un impatto sulla quotidianità delle persone, ed è un peccato che non tutti possono beneficiarne.

Questo anche se ci sono casi in cui diventa un po’ invadente e sin troppo solerte nel fare quello che deve fare. Parliamo del monitoraggio dello stress, con il Pixel Watch 2 che (soprattutto di sera) manda anche 3-4 notifiche a poca distanza una dall’altra per invitare a “riflettere sul tuo umore per comprendere meglio cosa ha causato questa risposta del tuo organismo”. Succede perché l’orologio rileva qualche variazione nei parametri che tiene monitorati e invita a indicare come ci si sente in quel momento (felice, triste, eccitato, calmo e così via) per poter tracciare un quadro dell’utente e anche provare a essergli utile. È una cosa buona, ma a volte è troppo. Come una mamma apprensiva che invita a mettere la canottiera: rischia di avere l’effetto opposto a quello che vorrebbe provocare. E di essere un po’ stressante, anche se in fondo le (gli) si vuole bene.

Che cosa ci è piaciuto

Che cosa non ci è piaciuto

@capoema

Fonte : Repubblica