Lingotto, il ramo di investimenti di Exor, ha finanziato una startup britannica che produce chip fotonici. Si chiama Optalysys, ha sede a Leeds, e in questo mese ha ottenuto un investimento di 21 milioni di sterline, circa 24 milioni di euro. Optalysys, fondata circa 10 anni fa, sta sviluppando una tecnologia nel campo della fotonica al silicio, ovvero chip che utilizzano la luce invece che l’elettricità per effettuare calcoli e trasmettere dati. Un settore che negli ultimi anni sta raccogliendo molti investimenti, specie per la sua promessa di creare chip in grado di aumentare la velocità di elaborazione delle informazioni senza aumentare in maniera proporzionale il consumo di energia.
Inoltre, questa tecnologia consentirebbe una gestione più sicura dei dati, grazie a un livello di crittografia che li metterebbe al riparo di attacchi anche se fatti da computer quantistici. “La nostra sfida è diventare la Nvidia di questo tipo di crittografia”, ha detto Nick New, cofondatore e amministratore delegato di Optalysys.
Secondo il Financial Times, diversi ricercatori negli ultimi anni hanno messo in guardia sugli sui rischi legati allo sviluppo di computer quantistici, macchine super potenti in grado di poter aggirare tutti i sistemi di sicurezza informatica elaborati finora. Per questo cresce da parte degli investitori l’attenzione alle aziende che sviluppano tecnologie in grado di mettere in sicurezza dati e informazioni.
Lingotto è una società di investimenti di Exor nata lo scorso maggio con una capacità di investimento di 3 miliardi. Il round di investimento in Optalysys ha visto la partecipazione anche di Imec-xpand, braccio di investimento del gruppo Imec, e Northern Gristone, un fondo fatto dalle università di Leeds, Manchester e Sheffield per sostenere gli spin-off universitari.
I chip sviluppati da Optalysys sono basati su un nuovo tipo di tecnologia che consente di elaborare i dati senza doverli sbloccare. Il nome tecnico di questa frontiera dell’innovazione è Fully Homomorphic Encryption (Fhe) e promette di consentire l’elaborazione dei dati criptati nel cloud, preservando la privacy dei clienti in settori sensibili, come quello finanziario o sanitario. Il concetto non è nuovo. Da anni si prova a lavorare su questa soluzione. Ma finora i costi si sviluppo di questa tecnologia sono risultati proibitivi.
Optalysys può aver trovato il modo di ridurre i costi grazie ai chip fotonici. E punta alla produzione in larga scala di questi processori entro tre anni. I fondi saranno impiegati per portare a bordo dell’azienda persone di alto profilo tecnico, in grado di irrobustire la squadra che si occupa dello sviluppo.
Fonte : Repubblica