Nonostante una sentenza dell’alta corte abbia sancito che i cristiani dalit debbano poter partecipare alle feste religiose insieme agli altri fedeli, anche quest’anno il corteo della festa di San Francesco Saverio non passerà tra le loro case. Il gesuita p. Bosco ad AsiaNews: “I dalit hanno combattuto per ottenere i loro diritti nella Chiesa. Le caste non possono essere accettate: il vescovo se vuole può cancellare le feste finché non trovano il modo di riunirsi davvero insieme per celebrarle”.
Trichy (AsiaNews) – Un gruppo di cristiani dalit (in passato definiti paria o intoccabili secondo le caste indiane) del panchayat di Purathakudi-Magizhambadi nel distretto di Trichy nel Tamil Nadu ha denunciato una nuova discriminazione di casta nei loro confronti da parte dei cristiani non dalit della chiesa di San Francesco Saverio. Nonostante un’ordinanza dell’alta corte del 2015 consenta loro di partecipare alle attività della chiesa, inclusa l’annuale festa, insieme agli altri. La parrocchia in questione fa parte della diocesi di Kumbakonam.
Intorno alla chiesa risiedono circa 1.500 famiglie di cristiani non dalit e altrettante famiglie di dalit. I cristiani dalit denunciano di essere esclusi alla festa annuale della chiesa: “Durante la celebrazione, nelle nostre strade non si svolgono processioni con bandiere, fiaccolate o cortei di automobili. La comunità cristiana dominante non ci permette di toccare le auto né di abbellirle con ghirlande. Siamo completamente esclusi da tutte le attività religiose e culturali della nostra chiesa. Anche dopo 14 riunioni dei comitati per la pace sociale, non è arrivato alcun consenso per far partecipare i dalit le processioni”, hanno detto. La festa cade il 3 dicembre, e anche dopo la sentenza della corte è stata celebrata insieme dai cristiani dalit e non solo nel 2017.
Eppure il tribunale di Madurai dell’Alta Corte ha ordinato anche quest’anno alle autorità, al vescovo della diocesi di Kumbakonam e al parroco di intraprendere le iniziative più appropriate per coinvolgere i cristiani dalit durante la festa annuale: “Ma le istituzioni religiose si schierano a favore dei cristiani non dalit”, denunciano i dali mentre gli altri membri della comunità negano le accuse, attribuendo il mancato ingresso della processione in alcune zone solo a motivi logistici.
Padre R Arockiadoss, vicario foraneo nella zona di Lalgudi, ha detto che la diocesi è pronta ad attuare le indicazioni dell’alta corte: “Il nostro vescovo ha fatto del suo meglio per riunire entrambi i gruppi di cristiani per organizzare la processione con le auto”. Ad AsiaNews p. Raj, ex segretario nazionale dell’Ufficio per i dalit e classi oppresse della Conferenza episcopale indiana (Cbci), spiega: “Anche se l’alta corte ha ordinato di portare il corteo automobilistico anche nelle strade dei cristiani dalit, non è stato ancora organizzato. La scusa è che le strade sono troppo piccole per portare le auto in processione attraverso le strade abitate dai dalit. Ma tutti dovrebbero riunirsi con fede e carità cristiana e risolvere la questione”.
Sul tema interviene anche il gesuita p. A.X.J. Bosco, da molti anni attivo nella sensibilizzazione della Chiesa indiana su questo tema: “I cristiani dalit hanno combattuto per ottenere i loro diritti all’interno della Chiesa. Purathakudi ne è un esempio. Le caste non possono essere accettate dai cristiani: i dalit sono uguali agli altri. Pur avendo la fede cristiana sempre affermato che tutti siamo figli di Dio, di fatto molti cristiani hanno sempre trattato i dalit come intoccabili e quindi diseguali, con il sostegno silenzioso dei vescovi e dei sacerdoti perpetuando la mentalità delle caste”.
“Se vuole – aggiunge p. Bosco – il vescovo può cancellare le feste fino a quando le persone non accettano di riunirsi per celebrare. La politica ufficiale della Conferenza episcopale indiana (Cbci) afferma che le caste sono un peccato e la discriminazione di casta è contro Gesù e i suoi principi. Finché la gerarchia e i sacerdoti continueranno a peccare senza nemmeno rendersi conto di esserlo, i cristiani dalit e Gesù, che mangiava e beveva con i peccatori, i samaritani, gli emarginati e i pubblicani, non troverà posto nella Chiesa indiana”.
Fonte : Asia