Svanito l’accordo tra il Kuomintang e il nuovo partito dell’ex sindaco Ko Wen-je annunciato appena pochi giorni fa. Questo esito favorirà l’attuale vice-presidente Lai Ching-te nel cruciale voto del 13 gennaio. Ha rinunciato alla corsa il magnate di Foxconn Terry Gou, in coda nei sondaggi e messo nel mirino da Pechino che voleva il fronte unito delle opposizioni.
Taipei (AsiaNews) – L’alleanza annunciata appena pochi giorni fa tra le due principali forze di opposizione – lo storico Kuomintang (oggi su posizioni filo-Repubblica popolare cinese) e il partito dell’ex sindaco di Taipei Ko Wen-je – si è dileguata davanti allo scoglio del nome del candidato presidente comune alle elezioni del 13 gennaio. Dopo un ultimo teso confronto tra i leader e il magnate di Foxconn Terry Gou – avvenuto ieri in un hotel e trasmesso in streaming sulle tv di Taiwan – oggi, nell’ultimo giorno disponibile, i due partiti hanno depositato le candidature separate di Hou Yu-ih per il Kuomintang e Ko Wen-je per il nuovo Partito del popolo di Taiwan. Non si presenterà, invece, Terry Gou che aveva annunciato mesi fa la sua candidatura, proponendosi come catalizzatore dell’opposizione al Partito Democratico Progressista che ha governato l’isola per otto anni con la presidente Tsai Ing-wen e che per il voto del 13 gennaio candida l’attuale vice-presidente Lai Ching-te.
Gou – che con la sua azienda è principale fornitore di Apple – si presentava come candidato indipendente ma non è mai decollato nei sondaggi. E ha dovuto fare i conti anche un’indagine fiscale avviata da Pechino lo scorso mese nei confronti di Foxconn. Una mossa letta da molti analisti come un segnale contrario della Repubblica popolare cinese alla sua candidatura, che avrebbe ulteriormente diviso l’opposizione a Taiwan. Alla fine, dunque, Terry Giu ha scleto di non candidarsi e ha lanciato segnali in favore della corsa di Ko Wen-je.
L’alleanza tra il Kuomintang e il Partito del popolo di Taiwan avrebbe rimesso in forte discussione l’esito del voto di gennaio. Attualmente i sondaggi vedono infatti in testa Lai Ching-te con circa il 30% dei consensi, seguito da Ko Wen-je e Hou Yu-ih, dati entrambi intorno al 20%, mentre Terry Gou era dato sotto alla soglia del 10%. Ora bisognerà vedere come si riposizioneranno gli elettori di fronte alla prospettiva di una corsa a tre. Ma il margine di Lai Ching-te è ampio ed è dato per favorito. Inoltre tutta la vicenda dell’accordo e della sua gestione potrebbe aver indebolito l’immagine di Ko Wen-je, che si presentava come il candidato alternativo ai due storici contendenti, con l’ambizione di portare Taipei fuori dallo scontro sempre più acceso tra autonomisti e forze filo-Pechino.
L’intesa raggiunta la scorsa settimana tra il Kuomintang e il Partito del popolo di Taiwan prevedeva che il candidato presidente sarebbe stato scelto sulla base degli esiti di alcuni sondaggi commissionati a diverse società di rilevazione. Al momento della verità – contrariamente al trend rilevato in precedenza – il responso è stato favorevole al candidato del Kuomintang, che in tutta la campagna elettorale era apparso in forte crisi. A quel punto l’ex sindaco di Taipei ha rimesso in discussione la metodologia e il margine di errore. Fino all’ultimo accesso confronto di ieri, andato in onda in diretta tv.
Fonte : Asia