“Se il Presidente del Consiglio fosse una donna, cosa cambierebbe per l’Italia?” “Potrebbe portare una prospettiva diversa e un approccio unico alle questioni politiche”, risponde Luigi Einaudi. “Tuttavia, l’importante è che la persona scelta abbia le competenze, l’esperienza e la dedizione necessarie per guidare il paese, indipendentemente dal genere. La qualità della leadership non dipende dal sesso, ma dalla capacità di prendere decisioni sagge e di lavorare per il bene comune”. Politico, economista, giornalista, Einaudi fu uno dei padri costituenti. Non ebbe modo di vedere Giorgia Meloni in Parlamento, perché morì il 30 ottobre 1961, ma da ieri rivive in digitale.
Realizzato da Reply con Fondazione Luigi Einaudi onlus di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo, è un Digital Human che riproduce le fattezze del secondo presidente della Repubblica grazie a Unreal Engine, una piattaforma nata con i videogiochi e da tempo utilizzata anche nel cinema. Basta fare delle domande, e l’Einaudi digitale risponde con la sua voce, sistemandosi ogni tanto gli occhiali per riflettere. “I movimenti non sono preprogrammati, vengono sincronizzati in tempo reale col parlato. I nostri esperti di 3D hanno studiato la mimica facciale di Einaudi e ricostruito completamente il suo aspetto, dall’abito ai capelli”, spiega Tatiana Rizzante, Ceo di Reply. “L’IA promette di rivoluzionare tutti gli ambiti della nostra vita”, prosegue.” Anche il modo in cui si impara e si trasmette la conoscenza, e qui l’IA creerà più discontinuità, ma avrà più impatto sul progresso”.
In dialogo con il padre costituente: così Luigi Einaudi torna in vita grazie all’AI
Sei mesi
“Avevamo iniziato a lavorarci in primavera, sfruttando la digitalizzazione dell’archivio e la pubblicazione dei primi volumi degli scritti di Einaudi per la relativa Edizione nazionale, usciti grazie alla Banca d’Italia”, Domenico Siniscalco, Presidente della Fondazione Einaudi. L’idea era di rendere utilizzabile un archivio di scritti, lettere, appunti a dir poco sterminato. È bastato qualche mese e il nostro progetto è diventato uno dei tanti, o almeno di alcune applicazioni in materia. Il progetto ruota intorno al pensiero liberale di Luigi Einaudi. Ha alcune caratteristiche: vuole utilizzare tutti gli scritti di Einaudi presenti in Fondazione e in rete. Un’innovazione radicale che rende possibile un salto in avanti nella produttività e nella ricerca e anche un’espansione delle fonti utilizzabili. Ritengo che contribuirà a tenere viva la figura e il pensiero del Presidente. In questo senso il progetto non va utilizzato guardando nello specchietto retrovisore, ma guardando avanti.”
250 mila parole
Basato su GPT 3.5, il progetto presentato a Torino è stato istruito su un corpus che per ora comprende 250 mila parole, da testi di Einaudi conservati nella fondazione. Poco, tutto sommato, visto che come ricorda Paolo Soddu, docente di Storia contemporanea e segretario dell’Edizione nazionale degli scritti di Luigi Einaudi, “l’archivio conta oltre 33 mila pagine”. Così è stata fatta una selezione degli argomenti più rappresentativi di Einaudi economista e sono stati selezionati i testi da utilizzare nel modello di IA generativa. Sul sito è infatti indicato che la conversazione può avere per oggetto i seguenti temi: monopolio, concorrenza, politica monetaria, moneta, politica fiscale, bilancio, mercato, banche, imposte e inflazione.
Non che sul resto se la cavi male, però. Gli chiediamo cosa pensa di una società in cui le donne sono pagate meno degli uomini, e le persone vengono discriminate per preferenze sessuali, colore della pelle, religione o altro, e la risposta è questa: “La mia visione della costituzione italiana era quella di un quadro normativo che garantisse l’uguaglianza e il rispetto per tutti i cittadini. Tuttavia, riconosco che la realtà può essere complessa e che possono sussistere ancora disparità e discriminazioni”. Einaudi ha un’aria severa, ma non si può dire che non apprezzi il confronto dialettico: “Mi piacerebbe conoscere il suo punto di vista su come affrontare queste problematiche e promuovere una società più inclusiva e equa”, dice. Ci diamo del lei, “per mantenere un rispetto formale e cortese nella comunicazione”, spiega.
“Leggere Einaudi oggi è complesso, uno dei primi problemi da affrontare è stato attualizzarlo senza perdere le radici. Abbiamo passato mesi a formulare domande e immaginare risposte in un linguaggio più semplice, però abbiamo anche potuto lavorare su una produzione eterogenea, che comprende interazioni con altri intellettuali, scritti giornalistici, lettere”, chiarisce Soddu.
Un modello replicabile
“Il progetto Pensiero Liberale, Dialogo Attuale conferma il nostro interesse e impegno in un ambito strategico per il sostegno allo sviluppo del nostro Paese, in linea con quanto previsto dall’agenda europea. Basti pensare al Digital Europe Programme o a Next Generation EU, iniziative che prevedono una declinazione a livello nazionale nel programma strategico per l’intelligenza artificiale 22-24. È un treno in corsa, ma soprattutto una grande opportunità di sviluppo che come sistema Paese siamo chiamati a cogliere”, commenta Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo. “Fra 12 mesi ci troveremo di fronte qualcosa di molto diverso, più ricco, più forte, più complesso”.
Intanto, Einaudi potrebbe avere dei fratelli digitali: quella realizzata da Reply, infatti, è una piattaforma replicabile e scalabile, che potrebbe diventare un importante aiuto per la didattica. Non sarebbe difficile immaginare un’operazione simile con Enrico Fermi o Guglielmo Marconi, con Alda Merini o Rita Levi Montalcini, partendo dai rispettivi testi e integrandoli con una ricostruzione in 3D del loro volto. “Ma pensiamo anche a professori che vogliono rendere disponibili le loro lezioni fuori dalle aule”, osserva Rizzante.
“Un’opportunità straordinaria”
L’Einaudi di oggi non è perfetto, le risposte sono forse un po’ troppo brevi (massimo 50 parole), a volte un po’ generiche, e nella nostra conversazione non è mancata qualche incomprensione. Ma è certamente intrigante l’idea che uno strumento come questo possa avvicinare un pubblico più giovane a un pensatore così complesso e così rilevante per la storia recente d’Italia. Il Digital Human non sostituirà la scuola, men che meno le ricerche di storici e specialisti. D’altronde, come dice lui stesso, “credo che l’uso della tecnologia per facilitare la trasmissione di conoscenza sia un’opportunità straordinaria. Le nuove tecnologie consentono di diffondere informazioni in modo rapido e globale, aprendo le porte a un accesso più ampio all’istruzione e alla cultura. Tuttavia, è fondamentale garantire che questa diffusione avvenga in modo equo e che la qualità delle informazioni trasmesse sia accurata e affidabile”.
Fonte : Repubblica