Il nuovo Starbucks di Roma in zona Rione Prati a Via Cola di Rienzo è in apparenza il più normale degli Starbucks. Come ce ne sono migliaia in tutto il mondo. Un locale grandino ma non gigantesco (a dispetto delle ben 9 vetrine), tavolini tondi, divanetti, sgabelli, la fila all’ingresso, le varie tipologie di caffè, i donut, i cookie, le torte, i cinnamon swirl, i muffin, i panini e i toast, il merchandising. Si entra, si fa la coda verso la cassa, si lascia il proprio nome dopo aver pagato, si attende di fronte alla macchina del caffè (una fiammante Victoria Arduino) di essere chiamati.
Il senso del nuovo Starbucks di Roma al Rione Prati
Nulla di diverso dall’esperienza degli altri Starbucks che troviamo in giro per il pianeta. E però c’è un però: l’Italia – erroneamente convinta com’è di bere il caffè migliore di tutti – non è stato mai un paese facile per questa catena di caffetterie, che a dispetto dell’evolvere delle mode non conosce cali di attenzione a livello globale. Certo, abbiamo a Milano una delle pochissime Reserve Roastery globali di Starbucks, ma un conto sono le Reserve Roastery, autentici luna park del caffè, e un conto invece sono gli Starbucks ordinari, in diretta concorrenza con il classico inscalfibile bar italiano.
E infatti se guardiamo proprio a Milano scopriamo che la Reserve Roastery ha più visitatori del Duomo, della Pinacoteca di Brera e del Cenacolo di Leonardo Da Vinci, ma invece gli Starbucks ordinari fanno una certa fatica. Quello di Corso di Porta Romana? Chiuso. Quello di Via Turati? Chiuso. Insomma, a Milano il modello sembra funzionare solo se collocato in un contesto turistico, o di shopping, fatto di un target alla ricerca dell’effetto wow perfetto per Istagram.
Ecco perché questo nuovo Starbucks romano è un osservatorio interessante per capire come sarà recepito questo marchio in Italia. Sì, è vero, a Roma Starbucks c’era già. Ma in contesti non residenziali, non “normali”. Prima dell’apertura di Via Cola di Rienzo, Starbucks era infatti solo in stazioni ferroviarie (Termini), grandi centri commerciali (Castel Romano) oppure nel cuore della city della politica: di fronte a Montecitorio. Ne deriva che quello del Rione Prati è il primo vero Starbucks capitolino collocato in un contesto residenziale, frequentato da persone comuni, da studenti, da famiglie, da anziani, da commessi dei negozi e altri lavoratori. È un cambio di target radicale rispetto a quello dei viaggiatori, del popolo dello shopping o dei turisti del centro.
Il primo Starbucks di Roma in una zona residenziale
La nostra visita si è tenuta durante il secondo giorno di apertura: venerdì 24 novembre 2023 e anche nel successivo sabato 25. Nel punto vendita la fila è stata intensa per molto tempo, salvo scemare verso le 18.30 (sta aperto sino alle 20) e il pubblico era effettivamente composto da cittadini, da locals. Questo è il punto. Tanti a lavorare col portatile (come da tradizione sui tavolini di Starbucks, che offre a ogni cliente 2 ore di internet gratis) tanti a curiosare alla nuova apertura, tanti perfettamente a loro agio in quello che con ogni probabilità diventerà il loro nuovo bar di quartiere. Età media? Piuttosto bassa, ma anche una buona presenza di signore e signori della media borghesia tipici del Rione Prati.
Caratteristiche del nuovo Starbucks di Roma Prati
Ultime considerazioni? Il caffè (pur essendo un blend base di varie provenienze senza particolari pretese, lontano dalle monorigini raffinate che si trovano alla Reserve Roastery di Milano) è di gran lunga sopra la media di tutti i bar circostanti. Per trovare caffè migliori bisogna infatti allontanarsi da Pergamino, nella lontana Piazza Risorgimento, o da Love, nell’ancora più distante quartiere Trionfale, così come il locale MAE. Ancora: ci sono due bei dehors all’esterno; il nuovo Starbucks trova spazio nel piano strada di un curioso pezzo di architettura contemporanea firmato dal progettista Alvaro Ciaramaglia; anche croissant e sfogliati sono di gran lunga migliori della media dei bar circostanti, pure quelli vegani. Prezzi? Sono quelli di tutti gli Starbucks: un espresso doppio seduti per un’oretta al tavolino al fine di scrivere questo articolo è venuto via a 3 euro. Provate a girare per il Rione Prati, sedervi ad un caffè e chiedere un doppio espresso, e poi diteci se Starbucks è caro come pensano in molti…
Leggendo la realtà in maniera laica è facile arrivare ad una conclusione: mettendo in relazione qualità del caffè, prezzi, ambiente, nonché qualità del cibo e qualità e gentilezza del servizio, il miglior bar di questa importante zona di Roma è… Starbucks!
Fonte : Roma Today