“Ho dedicato la mia vita a questo, a chiedermi: cosa c’è in partenza dentro a un cervello” E’ da questo interrogativo che inizia il confronto con Giorgio Vallortigara, neuroscienziato dell’Università di Trento. Una domanda che esplora le radici dell’umanità stessa, delle conoscenze che abbiamo appena nati, di quello che Kant chiamava a priori, cioè tutto quello che non dipende dall’esperienza ma che conosciamo in modo innato. Proprio questo concetto è al centro del titolo dell’ultimo libro di Vallortigara “Il Pulcino di Kant” da poco uscito per Adelphi. Un viaggio affascinante nella mente dei cuccioli dei comuni polli che svela come un pulcino conosca le proprietà meccaniche degli oggetti già appena nato e ricerchi naturalmente i tre punti, occhi e bocca, che compongono il volto di tutti i mammiferi.
Una questione di movimento
E’ difficile capire in partenza il cervello dei neonati, questo perché nascono immaturi, il pulcino invece appartiene alle specie a sviluppo precoce, è un piccolo adulto, questo consente agli scienziati di fare test molto complessi. “I neonati – prosegue Valditara – hanno dei rilevatori di vita con cui sanno distinguere oggetti inerti e oggetti animati, per quello i cadaveri creano sempre interesse negli animali: sono inerti ma hanno ancora i tratti del volto provocando uno stupore misto a paura”. “Già Aristotele – continua nel podcast Vallortigara – aveva distinto con la semovenza le cose animate da quelle inanimate: un concetto alla base dell’idea del dualismo innato fra corpi e spiriti alla base di molte credenze di tipo religioso”.
Un’arma contro l’autismo
Un aspetto davvero interessante delle ricerche sui pulcini del Prof. Vallortigara ha portato allo sviuluppo di un test che consente di rilevare nei bimbi di pochi mesi, ad alto rischio, i segnali dell’autismo. Un’arma davvero importante contro una malattia per la quale non esistono farmaci ma in cui la diagnosi precoce consente di attuare tutta una serie di accorgimenti per aiutare lo sviluppo del bambino autistico.“
Anni fa abbiamo iniziato a girare l’Italia, visitando neonati che avevano fratellini autistici, quindi ad alto rischio – racconta il Prof. Vallortigara a Science Please – “Su di loro abbiamo utilizzato gli stessi test sul movimento che facevamo sui pulcini, consendo di diagnosticare l’autismo anche con due anni di anticipo rispetto ai metodi fin ad allora utilizzati. E’ qualcosa di cui dobbiamo ringraziare i nostri amici gialli e piumati“
Fonte : Sky Tg24