Spesso i dispositivi si svelano nel tempo, con l’uso quotidiano e la capacità di cambiare o entrare dentro la nostra routine. Che è quello che negli ultimi giorni ha fatto con noi il Legion Go, che rappresenta la voglia di Lenovo di entrare in un segmento che è al momento conteso solo tra Steam Deck e Rog Ally (ne abbiamo scritto qui).
Parliamo di quella fascia di computer che si fanno console come Nintendo Switch, in alcuni casi con un software proprio, come lo Steam Deck, oppure sfruttando Windows, come il Legion Go.
Il Legion Go è il più grosso della classe, ha uno schermo da 8.8 pollici IPS con refresh a 144Hz, quindi solo questa parte è grande come una Switch con i controller agganciati. Pesa 640 grammi, quindi qualche grammo meno dello Steam Deck, però essendo più ingombrante forse si sentono un po’ di più. Molto apprezzate le due porte USB-C, posizionate una sopra e una sotto lo schermo, che sono perfette per collegare schermi esterni e hub per renderlo a tutti gli effetti un PC con si può anche lavorare.
I controller sono posizionati al lato dello schermo, che dietro ha un comodissimo stand per tenerlo verticale. Su di essi trovano spazio due stick analogici, un piccolo touchpad per usare il mouse, molto comodo in alcuni casi rispetto a Windows su touchscreen, dorsali posteriori e altri dorsali che inizialmente sembrano non avere senso (ma lo acquisteranno proseguendo la lettura). Vorremmo dire che si staccano facilmente come sulla console Nintendo ma il procedimento è decisamente più macchinoso: è necessario premere un tasto sul retro del controller e poi tirare con decisione verso il basso. Ci si fa l’abitudine, ma inizialmente serve un po’ di esercizio.
Giocare con i controller agganciati è tutto sommato comodo, ma sarebbe stato bello un adattatore per trasformare i due controller staccati in un gamepad. Per carità, col Bluetooth possiamo sempre collegarne un altro, ma anche in questo caso si poteva prendere ispirazione da Nintendo. Invece è possibile utilizzare l’originale FPS Mode, ovvero usare un adattatore per posizionare il controller destro in verticale e usarlo come una sorta di manopola con cui guardare e sparare nei giochi in prima persona: in questa modalità, tutti quei tasti che sembrano un di più diventano estremamente comodi da raggiungere. L’idea non è male, ma resta il fatto che bisogna prenderci la mano e a quel punto tanto vale giocare come se foste su una console. Insomma: è una buona idea, ma chi è già abituato a giocare agli FPS con un pad continuerà a farlo con un pad. Così come i puristi di mouse e tastiera restano inamovibili sulle loro posizioni.
Anche il Legion Go ha un’interfaccia proprietaria, che volendo si sovrappone a Windows per rendere le cose più semplici e si chiama Legion Space. Con un tasto in alto a destra dello schermo si accede a un menù veloce per scegliere la potenza erogata, velocità delle ventole, luminosità dello schermo, volume, livello della batteria, uso della CPU, risoluzione, mappatura dei tasti e così via. Il tasto sul lato sinistro invece apre e chiude Legion Space.
L’idea di una interfaccia semplificata non è male, dato il dispositivo, ma è palese che Legion Space ha bisogno di parecchio lavoro di debug: capita che, invece di aprire un programma per lanciare i giochi (come GOG o Xbox Game Pass) apra il sito, non sempre le informazioni sono presentate in maniera chiara e la traduzione italiana è migliorabile.
Quanto ai giochi, che poi sono ciò che veramente interessa, ovviamente Legion Go è perfettamente in grado di digerire la maggior parte dei titoli più semplici, come gli indie o prodotti con qualche anno sulle spalle, ma il vero test è capire come se la cava coi pesi massimi. Cioè con giochi come Baldur’s Gate 3 o Cyberpunk 2077, che spingono al massimo anche computer fissi e portatili da gaming.
Il risultato è tutto sommato confortante, ma ovviamente bisogna sapere dove mettere le mani e aggiustare le impostazioni grafiche gioco per gioco per trovare il settaggio migliore. Che è un’operazione che chiunque utilizza PC da più di mezz’ora sa benissimo essere necessaria a meno di non avere sottomano configurazioni da più di 2000 euro. E tutto sommato il rumore prodotto in queste sessioni di gioco è accettabile, così come il calore prodotto, che è interamente dissipato da un’apertura sulla parte superiore che non entra a contatto con mani o volto, quindi niente effetto phon.
Per fortuna arriva in soccorso l’AMD FSR, ovvero una tecnologia che permette di aumentare la qualità grafica mentre si gioca, eseguendo il gioco a una risoluzione più bassa ma mostrando un output finale più alto. Inoltre, alcuni frame vengono generati per rendere il titolo più fluido.
Se nei giochi è presente questa possibilità, i risultati si vedono: Cyberpunk 2077 passa da una ventina di frame a picchi oltre 40, con una degradazione visiva minima e trascurabile, viste le dimensioni dello schermo. Baldur’s Gate 3 si ferma ai 30 ma considerando che ci sono zone cittadine particolarmente affollate possiamo considerarlo un buon risultato.
Ovviamente tutto questo funziona se si imposta il Legion Go con le massime prestazioni disponibili e quindi con un consumo della batteria elevato: in questi casi si supera di poco l’ora di gioco, che è più o meno in linea con gli standard di questo genere di dispositivi. Chiamarli portatili è spesso un modo di guardare oggetti nuovi con una mentalità del passato: il Legion Go, come i rivali, è un prodotto per un utilizzo ibrido, sia casalingo sia in situazioni dove comunque c’è una presa di corrente. Non è qualcosa con cui giocare in spiaggia o mentre si aspetta l’autobus.
Siamo di fronte a un ottimo pretendente al trono della categoria, con prestazioni mediamente più alte della media e uno schermo favoloso. Con tutti i difetti che già abbiamo notato altrove, però: i giochi non sono sempre ottimizzati per schermi così piccoli, le interfacce dedicate spesso creano più problemi di quelli che risolvono e una batteria esigua. Inoltre, ha una comodissima custodia integrata che permette la ricarica anche mentre è all’interno grazie a un foro per far passare l’alimentatore, ma dobbiamo ammettere che sarebbe stato bello (anche se quasi impossibile) trovare un alloggiamento per l’alimentatore.
Per il resto il Legion Go è un bellissimo pezzo di tecnologia che vi ritroverete a sfruttare in più occasioni di quelle che potreste pensare e che libera ulteriormente il videogioco da uno studio o una stanza fissa. Serve però uno zaino capiente per portarlo in giro. E un portafoglio capiente per acquistarlo: l’unica versione, con 512 GB di spazio di archiviazione, costa 799 euro.
Fonte : Repubblica