La casa dopotutto è il luogo dell’anima e, si sa, all’anima piace mutare. Così, mentre la pandemia ha rivoluzionato il concetto dell’abitare, cambiano anche gli strumenti dell’arredare: addio alle pesanti cristalliere di mogano, a divani e tavoli avvolti da plastiche antiusura, perché un mobile può anche non essere per sempre. Specialmente tra i più giovani, abituati a soluzioni abitative provvisorie, cresce il fenomeno del noleggio a lungo termine per gli arredamenti. Le motivazioni principali? Risparmiare e ridurre gli sprechi (fonte: Osservatorio Compass).
Gli italiani sono però anche sempre più propensi al noleggio a lungo termine di elettrodomestici (fonte: Findomestic). In questo caso tra i principali vantaggi c’è la possibilità di beneficiare di servizi accessori come assicurazione su furto/danni, sostituzione in caso di guasto e manutenzione ordinaria programmata. Ma anche di dilazionare il pagamento attraverso la rateizzazione con canone mensile e di sostituire, dopo un certo periodo di tempo, il bene che si è noleggiato con un altro nuovo.
Con gli elettrodomestici entriamo infatti a gamba tesa nel mondo dell’innovazione e dell’obsolescenza. Rispetto alla casa e agli arredamenti, noleggiare elettrodomestici risponde anche all’esigenza di utilizzare servizi e prodotti di ultima generazione. Intanto la tecnologia che regna sovrana nelle case è l’Internet of Things, Il mercato globale dei dispositivi IoT, stando ai dati raccolti da Fortune Business insight, ha fatturato circa 308,97 miliardi nel 2020. Un dato significativo se lo confrontiamo con i 729,11 miliardi che ha prodotto tutta l’elettronica di consumo nel 2019.
Ma il mercato già trova nuove fertili pianure nella combinazione con un’altra tecnologia disruptive: l’intelligenza artificiale. Le previsioni sono floride: la AiOt (l’intelligenza artificiale applicata all’internet delle cose) potrebbe, dai 35,65 miliardi di dollari nel 2023, raggiungere i 253,86 miliardi di dollari entro il 2030.
Fonte : Repubblica