Tra i “canali d’acqua” tra i più trafficati e importanti del mondo ha visto negli ultimi tempi tornare a crescere gli assalti. Il presidente dell’associazione dei marittimi di Goa chiede al premier indiano un’azione congiunta per rafforzare le misure di sicurezza.
Goa (AsiaNews) – La Goan Seamen Association di Goa (GSAI) ha ribadito la sua preoccupazione per il crescente numero di attacchi legati ai pirati subiti dai marittimi che navigano attraverso lo stretto di Malacca – la via d’acqua dell’Oceano indiano che separa Indonesia e Malaysia – e in altre aree come lo stretto di Singapore – che divide Indonesia, Malaysia e Singapore.
Frank Viegas, presidente di GSAI, ha sottolineato la gravità della situazione, evidenziando i crescenti episodi di attacchi di pirati nello stretto di Malacca, una rotta situata tra l’isola indonesiana di Sumatra e la penisola della Malaysia. In una petizione indirizzata al Primo Ministro indiano Narendra Modi e ad altre organizzazioni marittime internazionali, la GSAI ha chiesto l’attuazione di ulteriori misure di sicurezza per proteggere i traffici marittimi dalle minacce dei pirati, tornate a crescere. Questo dopo che l’ultimo caso ha seriamente messo in pericolo la sicurezza e all’incolumità dei marinai di una nave presa d’assalto. La categoria richiede attenzione immediata e azioni adeguate. La GSAI dal canto suo ha sollecitato le autorità ad adottare misure immediate e concrete per salvaguardare la vita e gli interessi dei marittimi: “Lo stretto di Malacca è una delle rotte marittime più trafficate e cruciali a livello globale e funge da collegamento chiave tra l’Oceano Indiano e quello Pacifico. Tuttavia, i recenti episodi di pirateria nella regione hanno sollevato seri dubbi sull’adeguatezza delle misure di sicurezza volte a proteggere la vita e le proprietà dei marittimi e degli armatori”, chiosa Viegas. Che aggiunge: “Gli attacchi di pirateria nello Stretto di Malacca sono una costante, ma sono aumentati negli ultimi anni e capita sempre più spesso che, come nell’ultimo episodio, un marinaio rimanga gravemente ferito durante l’attacco quando i pirati salgono a bordo della nave”.
È necessaria un’azione congiunta per rafforzare le misure di sicurezza al fine di prevenire la pirateria nello Stretto di Malacca e in altre aree della regione, come lo stretto di Singapore: “Serve una maggior collaborazione tra le autorità competenti, comprese le forze navali, le agenzie della guardia costiera e le organizzazioni internazionali. È essenziale per garantire la sicurezza e sicurezza di tutti”. Questi attacchi pirata non solo comportano ingenti perdite finanziarie per l’industria marittima, “ma rappresentano anche gravi minacce alla sicurezza e al benessere mentale dei marittimi che diventano vittime della pirateria. Le esperienze traumatiche affrontate dai marittimi, tra cui il sequestro, l’aggressione fisica fino alla morte di alcuni compagni, richiedono misure di risarcimento rafforzate, almeno superiori di tre volte a quelle previste oggi”, conclude Viagas.
Dal 2009 la cooperazione intergovernativa ha drasticamente ridotto il fenomeno: nelle sole acque indonesiane nel 2004 era 93 i casi di pirateria. Oggi sono nell’ordine della singola decina. Secondo l’esperta di pirateria Catherine Zara Raymond: “La pirateria sia stata certamente una fonte di preoccupazione in passato in questa tratta di mare, con fino a settantacinque attacchi documentati nel 2000 nel solo stretto di Malacca. Il numero dei casi è andato diminuendo a partire dal 2005, con una crescita comunque sotto i livelli di allora lo scorso anno, aumento confermato nel 2023”.
Fonte : Asia