Expo 2030 sarà ospitata da Riad, in Arabia Saudita. I delegati dei paesi membri del Bie, Bureau international des expositions, riuniti oggi al Parigi, hanno espresso 119 voti a favore della città saudita al primo turno, facendole ottenere oltre i due terzi di preferenze sufficienti a evitare il ballottaggio. Delusione per Roma che puntava proprio al testa a testa finale ma che ha ottenuto solo 17 voti arrivando terza. Seconda Busan con 29 voti.
La delusione di Gualtieri
Gualtieri, presente a Parigi risponde ai cronisti e non si tira indietro nell’esprimere la propria delusione. Quella di Roma all’Expo 2030 è stata “una brutta sconfitta, siamo amareggiati” Bisogna “sportivamente accettare la sconfitta”, ha aggiunto Gualtieri, sottolineando che quella di Riad è una “vittoria schiacciante”. Ma quello di Roma era “un bellissimo progetto”, ha continuato Gualtieri. Il presidente del Comitato promotore, ambasciatore Giampiero Massolo: “Se questo è quello che sceglie, a stragrande maggioranza, la comunità internazionale, significa che la scelta va al metodo transazionale, non transnazionale. Vale il principio dell’interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile”. E’ pericoloso oggi l’Expo, prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi.non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi in consiglio di sicurezza, perché se questa è la deriva io credo che l’Italia non ci debba stare”. Virginia Raggi, colei che da sindaca ha candidato Roma per Expo con una nota parla della sconfitta: “È stata una competizione lunga, dura e appassionante e sarebbe ipocrita nascondere la forte delusione. È chiaro che stavolta hanno vinto logiche non basate su inclusione e sviluppo, che il rispetto dei diritti umani e civili non sono stati considerati una priorità. Non va persa la progettualità messa in campo: molte delle idee possono essere riprese e sviluppate.
È il momento della riflessione: occorre capire i motivi di questo risultato e, soprattutto, del mancato sostegno da parte di troppi Paesi”.
VIDEO | Expo, la triste attesa della sconfitta di Roma. Piazza vuota e la fuga al risultato finale
Festa araba e i diritti umani violati
Fra gli arabi è festa grande, tra canti tradizionali, baci e abbracci nel Palais des Congrès dopo la decisione dei delegati del Bie, che hanno votato in 165 su 182. Dura la presa di posizione delle Ong per i diritti umani secondo cui questo Expo “fa parte del tentativo da parte dell’Arabia Saudita di cancellare la sua immagine sporca di sangue”. A parlare all’Adnkronos Duaa Dhainy, ricercatrice senior libanese presso l’Organizzazione europea saudita per i diritti umani (Esohr). L’Esohr era tra le 12 ong che nei mesi scorsi avevano scritto alla presidenza del Bureau International des Expositions (Bie) per chiedere l’esclusione dell’Arabia Saudita dalla corsa a causa della situazione dei diritti umani nel Paese. “Questa esposizione internazionale, la cui missione dovrebbe essere quella di tentare di trovare soluzioni alle sfide che l’umanità si trova ad affrontare, fornisce all’Arabia Saudita una copertura per le sue violazioni, che spaziano dalle esecuzioni alla tortura, dalla repressione della libertà di espressione e della società civile al nascondere le storie delle vittime della tirannia saudita”, scandisce Dhainy.
Flop Roma, i commenti della politica
Il primo a commentare il flop di Roma sui social è Carlo Calenda: “Un’occasione persa per Roma ma anche per Expo. Una candidatura nata male e sostenuta peggio. Che peccato”. Il leader del M5s Giuseppe Conte guarda avanti e propone: “Dobbiamo iniziare a pensare che Roma è la capitale d’Italia, un patrimonio di tutti e il quadro di tutela di Roma anche dal punto di vista regolatorio non è sufficiente. Va creato un regime Speciale per Roma che le consenta di svolgere le funzioni di Capitale d’Italia”. Il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia viva attacca Gualtieri e Meloni: “La sconfitta di Roma sull’Expo è una figuraccia galattica sia di Gualtieri che di Meloni. Perdere ci sta. Ottenere solo 17 voti dimostra una irrilevanza che l’Italia non merita. I sovranisti non sono credibili a livello internazionale, ormai è chiaro a tutti. E il Campidoglio deve darsi una mossa, perche’ questa amministrazione non funziona”.
Flop Roma, i commenti delle associazioni
Il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti si dice deluso e rammaricato: “Con la mancata aggiudicazione di Expo 2030 decisa poco fa, a Parigi, dai delegati del Bureau International des Expositions sfuma, per Roma, un’occasione unica di rilancio, specie in termini economici e di relazioni internazionali. Una perdita per la Capitale e per l’intero Paese purtroppo, ma non abbiamo rimpianti. Si è lavorato tutti insieme molto seriamente – Governo centrale, Istituzioni territoriali e sistema imprenditoriale – senza badare a interessi di parte, presentando un progetto ambizioso e credibile che aveva nell’inclusione, nella sostenibilità e nell’innovazione i suoi pilastri fondamentali. Purtroppo, la maggioranza dei delegati del Bie ha deciso diversamente, a favore di Riad. Ora bisogna guardare avanti con rinnovata fiducia e voglia di fare perché un altro grande evento internazionale è ormai alle porte: il Giubileo del 2025, un evento che si terrà a Roma e che appartiene a tutto il mondo”.
Il presidente di Unindustria, Angelo Camilli, all’Adnkronos nel commentare la sconfitta di Roma nella corsa all’Expo 2030 punta il dito contro l’Europa: “Anche in questa circostanza l’Europa è stata assente come continente. Aveva dato un endorsement esplicito alla candidatura di Roma, ma visti i voti che abbiamo acquisito è evidente che non sia stata compatta sulla candidatura di Roma”.
Giuseppe Roscioli, di Federalberghi Roma, non usa mezzi termini e all’AdnKronos afferma: “Non me lo aspettavo, pensavo che saremmo arrivati al ballottaggio. Questa vittoria così schiacciante di Riad ma anche il fatto che Busan sia sopra Roma mi fa pensare che non ci siamo mossi nella maniera giusta, abbiamo sbagliato qualcosa perché se chiedi a 100 persone di Busan, 99 non sanno neanche cosa sia. Sapevamo che sarebbe stato difficile ma non pensavo a una debacle di questo genere”.
رسميًّا: المملكة العربية السعودية وعاصمتها الرياض وجهة العالم في معرض إكسبو 2030 🇸🇦#الرياض_اختيار_العالم#الرياض_إكسبو2030 pic.twitter.com/YvxBapZHCR
— Riyadh Expo 2030 الرياض إكسبو (@Riyadh_Expo2030) November 28, 2023
In aggiornamento
Tutti i dettagli sul voto
Gli appelli pre voto
Per il governo c’è il ministro Andrea Abodi, mentre per la regione c’è la vicepresidente Roberta Angelilli. La premier Meloni è intervenuta con un videomessaggio.
”Votare per Roma oggi significa anche fidarsi dell’esperienza italiana nell’accogliere milioni di visitatori da tutto il mondo, ognuno di loro si sente a casa. Votare per Roma oggi significa costruire il nostro futuro insieme. Scegliere Roma Expo 2030 significa scegliere tutto questo. Scegli Roma, portiamo la storia nel futuro! Grazie”. “Sono grato ai circa 130 Paesi che hanno già annunciato il loro sostegno alla candidatura del regno per Expo 2030” ha dichiarato il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, nel suo intervento durante la presentazione della candidatura di Riad come sede dell’Expo tra sette anni. Anche Cristiano Ronaldo è sceso in campo per sostenere la candidatura di Riad come sede di Expo 2030. L’asso portoghese è comparso in una clip trasmessa durante la presentazione della capitale saudita, lanciando un appello ai delegati a “votare per Riad 2030”. “Io e la mia famiglia ci stiamo divertendo molto qui”, ha proseguito Cr7 che gioca nel campionato saudita, sottolineando che Riad è “una città incredibile ed è pronta a accogliervi tutti”. “Ci vediamo presto”, ha chiosato l’attaccante portoghese.
Commosso l’appello al voto di Sabrina Impacciatore: “Roma non appartiene soltanto ai romani, ma appartiene al mondo, Roma appartiene ad ognuno di voi, a voi tutti, questa ‘grande mamma’ continua a ricordarci che tutto è possibile, anche l’impossibile e ci ricorda che il passato può abbracciare il futuro e renderlo eterno. Mamma Roma ci ricorda che tutto può diventare di enorme valore ed esistere per sempre. Roma è ‘città aperta’, come dice il titolo di un grande film”.
Videomessaggio anche da Jannick Sinner: ” Quando gioco a tennis cerco di non mollare mai, indipendentemente dal punteggio. Faccio sempre del mio meglio, dentro e fuori dal campo. Sono molto felice di essere con voi oggi, soprattutto dopo che l’Italia ha vinto la Coppa Davis domenica scorsa. L’Italia incarna i valori dello sport, incarna i valori sociali e di umanità che sono il cuore del nostro progetto. Nel tennis bisogna vincere due set, così come il numero che potete votare oggi. Oggi votate ‘2’ per Roma e vinceremo insieme ”
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La lunga cavalcata di Expo
In principio fu la lettera dei quattro candidati a Sindaco di Roma. Carlo Calenda, Virginia Raggi, Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti nel 2021, in piena campagna elettorale, inviarono un appello all’allora presidente del Consiglio Mario Draghi affinché si spendesse per la candidatura di Roma a Expo 2030. Draghi, anche per una questione di consenso, accettò. E così il 28 settembre di due anni fa decise di ufficializzare la presenza della Capitale con una comunicazione a Dimitri Kerkentzes, il segretario generale del BIE, il Bureau International des Expositions. Inizia in quei giorni la lunga avventura della Città Eterna. Neanche un mese dopo a salire al Campidoglio fu Gualtieri, ex ministro, ex eurodeputato, con tanti buoni amici e buone amiche in giro per il mondo: da Lula in Brasile alla Hidalgo a Parigi, ma anche Ada Colau a Barcellona.
La sfida solitaria di Gualtieri
Roma si è lanciata quasi da sola in una sfida che, una volta ufficializzata la presenza dell’Arabia Saudita con Riyadh, ha assunto i tratti dello scontro epico, quasi biblico. Davide contro Golia, la bellezza e la Storia di Roma contro i petrodollari sauditi, che tutto e tutti possono comprare. La piccola e debole Grecia, dove una volta si sentiva dire in ogni dove “una faccia, una razza” appena si incontrava uno di noi italiani, non ha retto alle pressioni di Mohamed Bin Salman. Se non lo ha fatto Emmanuel Macron, premier francese, figuriamoci Kiriakos Mitsotakis, il primo ministro ellenico. Ma Gualtieri, lancia in resta, non si è fatto prendere dallo sconforto. A dicembre 2021 con l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio e l’ambasciatore Giampiero Massolo ha presentato per la prima volta a Parigi la candidatura , poi ha messo insieme un gruppo di lavoro di livello primario per costruire un progetto appetibile. Molti i nomi, tra più e meno famosi, che hanno scelto di metterci la faccia per sponsorizzare Roma, da Carlo Ancelotti a Samantha Cristoforetti, da Russel Crowe a Gigi Buffon, da Pierfrancesco Favino ad Alessandro Borghese, passando ancora per Margherita Buy, Giovanni Malagò, Marcel Jacobs, Roberto Bolle.
L’intensa attività diplomatica
Non solo eventi e testimonial. A livello diplomatico, Roma è riuscita a strappare l’appoggio di Paesi come gli Stati Uniti, il Brasile, la Germania. La sera prima del voto, il 27 novembre, anche quello di Israele che ha ritirato il voto ai sauditi, conseguenza abbastanza naturale delle turbolenze geopolitiche degli ultimi mesi. Forse l’endorsement di Joe Biden, presidente americano, è stato l’unico risultato concreto ottenuto dal Governo Meloni, durante un incontro bilaterale nel pieno dell’estate 2023. Il presidente brasiliano Lula ha manifestato l’appoggio del Brasile durante una visita a Roma all’amico Gualtieri. Stessa dinamica per la Bosnia-Erzegovina. Si sa meno sulle dinamiche legate ai tedeschi. Un lavoro fatto di continui viaggi diplomatici, incontri, accordi, protocolli: 250 le missioni in meno di due anni, nel 95% dei Paesi membri del Bureau che decide l’assegnazione di Expo.
L’eredità di Expo per Tor Vergata
Carlo Ratti, Richard Burdett, Italo Rota e la direzione tecnica di Matteo Gatto, già a capo del progetto di Expo 2015 a Milano. E’ questo il gruppo di lavoro che ha dato vita a 650 pagine di progetto, presentato il 7 settembre 2022 a Parigi dal comitato promotore della candidatura. Persone e territori, l’umanità e le sue caratterizzazioni al centro della narrazione, insieme a innovazione e transizione ecologica. Uno degli assi nella manica di Roma giocato dal comitato è stato quello di voler trasformare un intero quadrante della città, in periferia, per far sì che l’eredità di Expo 2030 durasse nei decenni. Il Dossier prevedeva un parco solare, il più grande parco solare del mondo per dare energia a decine di migliaia di persone, aree verdi a tema, nuove strade, nuovi servizi, una nuova vita per la tanto discussa – e abbandonata – Vela di Calatrava.
La stima economica: 50 miliardi di impatto
Ci è voluto quasi un anno, poi, per il primo evento istituzionale ufficiale in patria. Il 27 giugno 2022 al Quirinale una delegazione del comitato, con a capo Gualtieri, è stata accolta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un mese dopo c’è la costituzione ufficiale della Fondazione Expo 2030 Roma, un organo di sostegno della candidatura composta da Unindutria, Cna Roma, Coldiretti, Confcommercio, Federlazio, Ance Roma-Acer e Confesercenti. Come detto, a settembre la presentazione del Dossier, primo passaggio cruciale. Da quel momento la città ha iniziato a sognare: dalla porta di accesso sui Fori Imperiali alla rinnovata Appia Antica, con un percorso verde ciclopedonale fino al quartier generale di Tor Vergata. Cominciano a sognare la politica e le imprese: più di 30 milioni di visitatori previsti, 150 nazioni partecipanti, 30 organizzazioni locali e internazionali. Ma di più: un valore complessivo stimato di impatto economico pari a oltre 50 miliardi di euro, con oltre 18 miliardi di effetto indiretto a breve e 10 miliardi diretto tra investimenti pubblici e privati. Undicimila nuove aziende e 300mila nuovi posti di lavoro.
Fonte : Roma Today