Due Leoni, raccolte 3500 firme contro la chiusura della farmacia di quartiere

La raccolta firme è stata un successo ma, almeno per il momento, non ha ottenuto gli effetti sperati. A meno di dietrofront clamorosi, la farmacia di via Siculiana, nel quartiere Due Leoni del VI Municipio, chiuderà. Sembrerebbe una cosa da poco ma parliamo di un’area povera, per usare un eufemismo, di servizi. Togliere anche un presidio sanitario di questo tipo, che verrà spostato sulla via Casilina, rappresenta l’ennesimo colpo ad un quartiere spesso dimenticato.

Raccolta firma

È dall’inizio di maggio di quest’anno che è stata avviata una raccolta firme, su impulso di Federcontribuenti, per chiedere di tenere aperto la farmacia. Un’iniziativa che, finora, ha portato 3500 persone ad esprimere il loro dissenso verso questa scelta.

”L’appello lanciato da migliaia di persone con oltre 3500 firme raccolte testimonia, così come le proteste della gente, restate civili nonostante la tragicità della vicenda, la determinazione affinché non sia spostata, a Roma, la farmacia di via Siculiana sulla via Casilina” scrive, in una nota, Federcontribuenti.

Questa situazione “conferma, semmai ce ne fosse bisogno, che il Comune di Roma, anche dopo una interrogazione dell’on. Santori dell’estate scorsa e l’appoggio di alcuni consiglieri di maggioranza del VI Municipio, e la Regione Lazio, stanno colpevolmente disattendendo le aspettative della popolazione”.

Presidio negato

Secondo l’associazione, almeno tremila persone verranno private della ”loro” farmacia.   ”Se si consentirà lo spostamento della farmacia Due Leoni si priverà una buona fetta di quel territorio di Tor Bella Monaca di un servizio che, spesso, surroga la mancanza di strutture ospedaliere”. Federcontribuenti denuncia non tanto la scelta, che attiene al privato, della delocalizzazione della farmacia, “quanto che, così facendo, non si sono tenute in considerazione le esigenze di moltissimi anziani che, privi di un mezzo proprio di locomozione, avrebbero difficoltà enormi a raggiungere la nuova sede, ma anche di donne, madri e lavoratrici, che sarebbero costrette ad assentarsi da casa per molto tempo, dovendo fare ricorso al servizio di trasporti pubblico, che certo non ha la mobilità della zona tra le sue priorità”.

”La cosa che più colpisce – dice il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella – è che le istituzioni sembrano non avere colto la drammaticità della situazione. Anzi hanno deciso di ignorarla, negando a migliaia di persone di accedere al diritto all’assistenza”.

Anche il presidente del VI Municipio Nicola Franco, interrogato in passato sulla vicenda, aveva spiegato a RomaToday di non avere poteri per scongiurare questa ipotesi ma di aver fatto, come altri, passaggi ed appelli a chi di dovere per evitare la chiusura della farmacia.

Fonte : Roma Today