“Ho un problema al cuore da quando sono piccola”. Così Laura Pausini ha rivelato, durante una puntata di Domenica In, di soffrire di tachicardia parossitica sopraventricolare, una condizione che si manifesta con un’accelerazione improvvisa del battito cardiaco, a volte associata a cali di pressione che possono portare alla perdita di coscienza. “L’episodio più forte – ha proseguito la cantante durante il “faccia a faccia” con zia Mara – mi è venuto mentre presentavo la finale dell’Eurovision Song Contest 2022. Sento il cuore che esplode e va fuori dal corpo”. Ma vediamo come riconoscerla, quali possono essere le cause, e come si cura.
La tachicardia parossitica sopraventricolare
E’ caratterizzata da un’improvvisa accelerazione del battito cardiaco (tachicardia) che origina dalla parte del cuore che anatomicamente sta “sopra i ventricoli” (sopraventricolare). In condizioni normali le camere del cuore (atri e ventricoli) si contraggono in modo coordinato. Nella tachicardia sopraventricolare si innesca una sorta di “corto-circuito” elettrico del cuore, innescato da determinate situazioni (stress, attività fisica, ecc), disturbi cardiaci o anomalie gentiche che causano l’accelerazione del battito cardiaco. Questa condizione si distingue da altre forme di cardiopalmo, come la tachicardia sinusale (un innalzamento della frequenza cardiaca al di sopra di 100 battiti al minuto), perché insorge improvvisamente.
Gli attacchi cardiaci associati alla tachicardia parossistica sono caratterizzati da frequenze cardiache comprese tra 160 e 200 battiti per minuto, possono comparire di giorno (in piedi) o di notte (nel sonno), e durare da pochi secondi ad alcune ore o anche giorni; di solito, però, non superano i 2 o 3 minuti. Sebbene questa patologia non causi la morte, in alcuni casi gli attacchi tachicardici possono associarsi a cali di pressione anche importanti che, a loro volta, possono determinare vertigini intense e anche perdite di coscienza.
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Quali sono le cause
Nella maggior parte dei casi, gli episodi di tachicardia parossistica riguardano soggetti sani (in particolare giovani e neonati soprattutto di sesso femminile), senza disturbi cardiaci o altre patologie. A causare in questi casi gli episodi può essere l’esercizio fisico, forti emozioni, ma anche stress, consumo di alcool o caffeina, uso di droghe, fumo. Raramente possono verificarsi attacchi di tachicardia parossistica in donne in stato di gravidanza o durante le mestruazioni (o nella settimana precedente). Situazione diversa è quella dei soggetti con cardiopatie o altre patologie, come per esempio l’ipertiroidismo, cardiopatie reumatiche, cardiopatie ischemiche, cardiopatie congenite, cardiomiopatie, malattie vascolari cerebrali, la sindrome di Wolff-Parkinson-White nei bambini. In queste circostanze i motivi dell’insorgenza sono da imputarsi al disturbo patologico di base.
Con quali sintomi si manifesta
La gravità dei sintomi dipende dall’associazione, o meno, con i disturbi cardiaci e di altra natura. La maggior parte delle persone che soffrono di questo problema riportano palpitazioni (improvvise accelerazioni della frequenza cardiaca), con battiti che vengono percepiti come molto forti o molto veloci, respiro affannoso, e, raramente, dispnea. I pazienti affetti da cardiopatie o malattie vascolari cerebrali presentano, invece, una sintomatologia ben più articolata e grave.
Tra i sintomi più comuni ricordiamo: accelerazione del battito, sensazione di costrizione o dolore al petto, palpitazioni (sensazione di riuscire ad avvertire il battito cardiaco dovuta all’incremento della frequenza cardiaca), dispnea (respirazione difficoltosa) che insorge maggiormente nei pazienti con cardiopatie, debolezza o affaticamento, vertigini, sincope (svenimento), sudorazione, respiro affannoso e fiato corto.
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Come viene diagnosticata
La diagnosi di tachicardia parossistica sopraverntricolaree viene effettuata tramite una visita cardiologica e gli esami tradizionali, validi per la diagnosi di qualsiasi episodio aritmico/tachicardico, quali: misurazione del polso, Elettrocardiogramma (ECG) ed Elettrocardiogramma dinamico secondo Holter. Tuttavia, ai fini della diagnosi, è molto importante anche l’anamnesi, cioè le informazioni raccolte dal medico riguardo ciò che descrive il paziente in merito agli attacchi tachicardici. Questo perché la tachicardia parossistica insorge, frequentemente, con episodi distanti giorni/settimane l’uno dall’altro, anche in coloro che non hanno disturbi patologici. Pertanto, questi individui mostrano un tracciato ECG normale, a meno che l’attacco tachicardico non sia in atto, rendendo impossibile una diagnosi corretta.
Come si cura
Nei soggetti sani senza disturbi di cuore, in cui la tachicardia parossistica si manifesta come un episodio sporadico dopo una corsa o una forte emozione, non sono previsti interventi terapeutici. In questi casi, infatti, l’aritmia si esaurisce da sola. Tuttavia la tachicardia può essere arrestata mediante la Manovra di Valsalva (generalmente eseguita o controllata da un medico) che consiste nel trattenere il respiro tappando il naso con le dita e chiudendo la bocca, tendere i muscoli ed espirare in modo forzato. Questa manovra viene sfruttata per la sua azione di stimolazione sui nervi vaghi che innervano i polmoni e che contribuiscono a rallentare il battito cardiaco.
Se la condizione è dovuta invece a particolari disturbi cardiaci o ad altre patologie, si può ricorrere al trattamento farmacologico con farmaci antitachicardici. Nei casi più gravi si ricorre al trattamento elettrico che prevede la cardioversione elettrica (il rilascio di una scarica elettrica al cuore) o l’impianto di un pacemaker per riportare il battito cardiaco alla normalità (più raro), oppure al trattamento chirurgico che nella gran parte dei casi prevede l’ablazione cardiaca (con cui viene asportato il tessuto da cui si origina la tachicardia).
Fonte : Today