Quattro stazioni della metro A cambiano look. Il bando da 235 milioni di euro

Quattro stazioni della metro A di Roma verranno rinnovate grazie al project financing, il partenariato pubblico-privato. Atac ha pubblicato una gara per la riqualificazione delle stazioni Spagna, Ottaviano, Cipro e San Giovanni dall’importo complessivo di 235 milioni e 713 mila euro. IGPDecaux Spa, attuale titolare della concessione di sfruttamento degli spazi pubblicitari nella metropolitana e sulle vetture del trasporto pubblico di superficie di Roma, ha presentato ad Atac una proposta di “finanza di progetto” per le attività di progettazione e realizzazione degli interventi, da affidare ad un soggetto terzo. Lavori che, su carta, dovrebbero consegnare ai pendolari stazioni nuove di zecca e che costeranno al pubblico “appena” 10 milioni di euro. 

Giubileo

Nel verbale del consiglio di amministrazione di Atac con il quale si avvia la gara si  come IGPDecaux SpA voglia “realizzare la riqualificazione, in vista del Giubileo, di un primo gruppo di stazioni della linea A della metropolitana di Roma e la predisposizione, con il medesimo concept, dei progetti di fattibilità delle restanti stazioni della stessa linea. E ciò con la contestuale valorizzazione, anche attraverso l’implementazione di tecnologie digitali, degli asset di comunicazione e pubblicità di ATAC”.

Il progetto

Il progetto ha come obiettivo il miglioramento dell’esperienza di viaggio degli utenti della rete dei servizi pubblici romani, mediante “interventi di restyling degli spazi. Parte integrante di questa trasformazione è il miglioramento dei sistemi di comunicazione e advertising, che attraverso un processo di rinnovamento digitale e analogico degli impianti pubblicitari, su tutte le linee (A, B, B1 e C) consente un ammodernamento estetico e funzionale anche dei sistemi di informazione e comunicazione”.

Nello specifico, le stazioni di Cipro, Ottaviano, Spagna e San Giovanni beneficeranno di un intervento di restyling degli ambienti di stazioni, quali il piano banchina, l’atrio ed eventuali livelli intermedi. Verranno risolti i problemi di infiltrazione dell’acqua che interessano gli scali e potenziato il sistema dell’impiantistica digitale. Nel progetto è prevista anche la predisposizione dei progetti di fattibilità tecnico-economica delle restanti 23 stazioni della Linea A, le cui opere saranno realizzate a cura di Atac.

Intervento in due fasi

I lavori saranno gestiti con due fasi collegate. Nella prima si rigenereranno le quattro stazioni della linea A già citate. Solo questo lavoro costerà 23,2 milioni di euro, comprensivo di una quota pari a 10 milioni di contributo pubblico. Parliamo di soldi stanziati per il Giubileo e questo, da quanto si apprende, sarà l’unica spesa pubblica. 

Il resto dei soldi, dilazionati in 13 anni, ce li metterà il privato, compreso il canone complessivo di 89,4 milioni e i costi di gestione e manutenzione dell’upgrade tecnologico per 3,2 milioni. Tra le voci di spesa c’è quello degli altri “costi operativi” pari a 124 milioni di euro e sono soldi riferiti alle attività che il concessionario svolgerà nelle stazioni negli anni della convenzione.

Nella seconda fase si procederà con la realizzazione della progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori per le restanti 23 stazioni, per un costo di 40 milioni coperto dal contributo pubblico e gestito da Atac tramite procedure ad evidenza pubblica. Si è scelta questa strada per fare in modo che sia lo stesso soggetto a progettare tutte gli scali, per dare loro quindi una coerenza in termine di stili e tecniche di realizzazione. 

importo lavori Linea A

Benefici per il privato

La proposta di IGP Decaux prevede la concessione dello sfruttamento commerciale degli spazi pubblicitari sui mezzi di superficie e sulle vetture e nelle stazioni della metropolitana del Tpl di Roma per i prossimi 13 anni. Il privato non solo dovrà realizzare i lavori nelle quattro stazioni della metro A e preparare i progetti per le altre 23. IGP DEcaux dovrà effettuare un “upgrade” dell’asset pubblicitario in metro tramite fornitura, installazione e manutenzione di impianti pubblicitari ad alta tecnologia: 166 totem digitali, di cui 80 per nuove istallazioni e 86 in sostituzione di impianti analogici preesistenti; 54 totem digitali cross track in 5 stazioni; 3 ledwall da 10mq ciascuno, uno per stazione. Infine, una quota rilevante dei nuovi impianti sarà destinata alla creazione del circuito pubblicitario della metro C, che sarà esclusivamente digitale.

Un business, quello della gestione degli spazi pubblicitari, assolutamente remunerativo se si pensa dell’enorme spesa, pari a 225 milioni (ricordiamo che 10 milioni è l’unico contributo pubblico), che affronterà IGP Decaux. L’azienda rientrerà da questo sforzo grazie agli introiti pubblicitari per un accordo che, almeno su carta, appare win to win per pubblico e privato.

Tempi

Il cronoprogramma presentato “prende prioritariamente atto della necessità di consegnare le prime stazioni entro l’inizio del Giubileo (dicembre 2024)”. Da un lato, infatti, si capisce la necessità, nel corso dell’anno giubilare, di non chiudere stazioni e di lavorare solo su quelle non interessate dai flussi immediatamente afferenti all’evento. Dall’altro, è strutturato con l’obiettivo di coordinare le lavorazioni in capo al concessionario con quelle già previste da Atac sull’armamento, così da garantirsi la possibilità di utilizzare la finestra di chiusura della metro A anticipata alle 21.00, ad oggi prevista solo fino a fine 2024. La gara si chiuderà il 17 gennaio 2024.

Canone

Il canone proposto, come detto, è pari a 89 milioni di euro ed avrà un andamento progressivo che prevede uno sviluppo della quota annuale da 6,2 milioni di euro del primo anno a un canone per gli ultimi anni di affidamento pari a 7,3 milioni. Un prospetto che Atac ha ritenuto “congruo” perché viene proposto un incremento progressivo dei canoni rispetto allo stato degli introiti pubblicitari delle concessioni per i mezzi di superficie e la metropolitana.

È previsto inoltre un meccanismo di revenue share (divisione del guadagno) annuale, che si attiverà dopo 12 mesi dal completamento della fase di lavori a carico del concedente (quindi a partire dal 2028): la revenue share, la cui entità sarà oggetto di offerta in fase di gara, si applicherà in caso di differenziale positivo tra il fatturato dei 12 mesi precedenti e il corrispondente valore delle vendite previsto nel piano economico finanziario maggiorato del 10%.

Fonte : Roma Today