Ci sarebbero altri due indagati nell’inchiesta sull’incidente ferroviario di Brandizzo (Torino), dove nella notte tra mercoledì 30 e giovedì 31 agosto cinque operai della Sigifer di Borgo Vercelli sono stati investiti e uccisi da un treno mentre stavano eseguendo alcuni lavori di manutenzione sui binari. Tra loro ci sarebbero dirigenti di Rfi (Rete ferroviaria italiana).
Strage di Brandizzo, nuove perquisizioni dopo tre mesi
Perquisizioni sono state eseguite oggi, 28 novembre, negli uffici di Rfi sia a Roma sia a Torino. Su mandato dei pm della procura di Ivrea, Valentina Bossi e Giulia Nicodemi, carabinieri, guardia di finanza, agenti della polizia ferroviaria e tecnici dello Spresal hanno acquisito file informatici e documenti. Oltre agli uffici Rfi di Porta Nuova, la principale stazione ferroviaria di Torino, le perquisizioni nel capoluogo piemontese hanno interessato quelli di Lingotto.
Sempre a quanto si apprende, a seguito degli sviluppi dell’inchiesta sarebbero anche stati notificati due avvisi di garanzia a figure del gruppo che ricoprirebbero ruoli di responsabilità. Salgono così a 8 gli indagati per l’incidente ferroviario.
“La società, con tutto il personale interessato, sta fornendo la massima collaborazione, in assoluta trasparenza – fa sapere Rfi – agli agenti di polizia e agli organi inquirenti che stanno indagando sulle cause dell’incidente”.
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Chi sono le vittime di Brandizzo
Nell’incidente di Brandizzo sono morti Kevin Laganà, 22 anni, di Vercelli; Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Giuseppe Sorvillo, 43 anni, nato a Capua ma residente a Brandizzo; Giuseppe Saverio Lombardo, nato a Marsala ma residente a Vercelli e Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso. Erano tutti dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli, alla quale erano subappaltati i lavori di manutenzione. Sono stati travolti da un treno in transito: i lavori erano stati iniziati senza il nulla osta proprio perché il traffico ferroviario non era interrotto.
Gli indagati per la morte dei cinque operai
Le indagini hanno portato al’iscrizione nel registro degli indagati di Antonio Massa, 46 anni di Grugliasco (Torino), era l’addetto di Rfi al cantiere in cui lavoravano le vittime della società Sigifer di Borgovercelli. Secondo l’ipotesi della procura avrebbe dovuto impedire agli operai di iniziare il cantiere in attesa del passaggio del treno che li ha travolti. Il secondo indagato è Andrea Girardin Gibin, 52 anni di Borgo Vercelli, capocantiere della Sigifer e collega delle cinque vittime. Salvo per miracolo, perché ha intravisto i fari del treno in arrivo ed è riuscito a spostarsi sul secondo binario. Poi nel registro degli indagati sono state iscritte altre quattro persone, tra vertici e dirigenti della Sigifer. Anche per loro l’ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. La tesi dei pm è che lavorare senza che fosse arrivato il permesso formale fosse una prassi, non un’eccezione. Da quanto sta emergendo dallo sviluppo delle indagini, infatti, quello di Brandizzo non sarebbe un caso isolato. Secondo la procura di Ivrea in altre occasioni sarebbe capitato che i lavori sui binari cominciassero nonostante il passaggio dei treni. Adesso l’ulteriore ampliamento delle indagini.
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Fonte : Today